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Per ora sono progetti. Ma sono già tanti i lidi, dal litorale domizio in Campania alle Cinque Terra della Liguria, che stanno pensando a come reinvestire per il riadeguamento delle strutture balneari in vista delle nuove disposizioni anti-coronavirus.

Coronavirus, come si andrà al mare

Il quando è ancora un’incognita. Ma appena partirà la fase 2, il 3 maggio, saranno gradualmente riaperte tante attività commerciale. Entro la fine del prossimo mese potrebbe così toccare anche agli stabilimenti. Dipenderà dalle scelte del Governo. Le regole da rispettare per gli imprenditori della balneazione saranno di sicuro tante: gli accessi alle strutture saranno scaglionati. Non ci saranno più gli assalti “selvaggi” alla spiaggia a cui siamo stati abituati negli anni scorsi. Ci saranno dispenser di gel igienizzante attaccati agli ingressi. Gli ombrelloni, poi, dovranno rispettare la distanza di tre metri l’uno dall’altro.

Strutture in plexiglass?

A lasciare perplessi, però, anche da queste immagini che circolano in rete, è il possibile uso di strutture in plexiglass (o in vetro) che isolino ogni ombrellone dall’altro. Al momento sono ipotesi, che non piacciono agli imprenditori balneari. Sono installate nella sabbia e potrebbero essere semiremovibili. Il rischio è che, con l’arrivo delle temperature più calde, le barriere divisorie tra uno spazio e l’altro si trasformino in “gabbie”.

L’isolamento dei nuclei familiari o del singolo bagnante, inoltre, potrebbe essere vanificato quando si è all’esterno della struttura protettiva per andare sul bagnasciuga o in acqua. In quel caso bisognerebbe indossare la mascherina. Uno scenario, insomma, abbastanza surreale, che non tutti saranno in grado di accettare.

Le immagini che circolano in rete:

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