Sergio Costa ucciso fratello ciampino

Si chiamava Sergio Corona l’uomo di 56 anni ucciso ieri a Ciampino dal fratello Antonio. Una convivenza forzata durante l’emergenza coronavirus che ha fatto esplodere gli attriti familiari tra i due. A scatenare la violenza i rumori, sempre via via più fastidiosi, che Sergio faceva mentre preparava il caffé in cucina alle sei di mattina.

Ciampino, Sergio Corona ucciso dal fratello mentre prepara il caffé

Una banale lite degenerata in violenza. Sono le sette di una domenica da “coronavirus” quando Sergio preparava la moka. Antonio però si sveglia, sente i rumori provenire dalla cucina, si alza e comincia ad aggredire il fratello per avergli interrotto il sonno mattutino. Afferra un coltello tirapugni e lo affonda alla gola e al petto più volte fino a lasciarlo a terra esanime. Le grida disumane si sentono per l’intero palazzo, l’altro fratello, il terzo, chiama sotto shock il 112 ma ormai il delitto è consumato. Finisce con un omicidio la convivenza forzata di tre familiari ai tempi del coronavirus, in un appartamento popolare in via Cagliari, nel centro di Ciampino.

Il rapporto tra i due fratelli erano da tempo logori. Tutti e due vivevano nelle palazzine popolari di Ciampino. Erano già noti alle forze dell’ordine per piccoli precedenti giudiziari di furto e ricettazione. È Antonio Corona a finire in manette per omicidio volontario del fratello Sergio. Adesso il killer si trova in carcere a Velletri. Le mura domesiche evidentemente erano troppo strette. In casa erano quattro, tre fratelli e la madre disabile e costretta su una sedia a rotelle da accudire. Da quando il padre è venuto a mancare c’è spesso tensione e insofferenza per abitudini e caratteri diversi. A uno piace alzarsi presto al mattino e all’altro piace dormire fino a tardi. I militari sono già intervenuti in passato per calmare alcuni litigi.

Lo sanno i vicini di casa che spesso hanno sentito Sergio e Antonio litigare ma senza dare eccessivamente in escandescenze. I fratelli sono disoccupati, la vittima prendeva addirittura il reddito di cittadinanza. Tiravano a campare con qualche lavoretto saltuario di muratura ogni tanto e si sostenevano grazie alla pensione della mamma che da quando è morto il marito non si è più ripresa, ha bisogno di attenzioni e grande vicinanza. Domenica le tensioni domestiche sono esplose fino al brutale omicidio.

Foto: Il messaggero

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