Scoperto un opificio cinese a Lago Patria. I carabinieri della stazione di Qualiano diretti dal maresciallo Pasquale Bilancio, in collaborazione con Varcaturo, hanno posto i sigilli ad una piccola azienda di tessuti, accessori e scarpe “made in China”, ma prodotti direttamente a Giugliano. Durante controlli di routine è stato notato il fabbricato di pochi metri quadri, nel quale i carabinieri non hanno esitato ad entrare.

Ad una prima verifica è risultato che il pian terreno era adibito a domicilio con regolare contratto di locazione, sebbene versasse in condizioni di precarietà igienico-sanitarie. Una verifica più approfondita ha condotto i carabinieri a scoprire una vera e propria fabbrica in scala ridotta al piano sottostante, dove sono stati ritrovati strumenti e materiali per la sartoria. Sono dunque scattati i controlli, dai quali è emerso che il gestore dell’opificio assumeva operai cinesi senza alcun contratto di lavoro, facendoli lavorare più di 12 ore al giorno, in condizioni di pericolo, in spazi strettissimi e con poca illuminazione.

Questo, infatti, è stato denunciato per la violazione di norme sul lavoro, in associazione a reati di abusivismo edilizio, di sversamento di scarichi industriali nelle fognature cittadine e di emissioni di fumi tossici in atmosfera per la combustione di materiali di risulta, quali contenitori di vernici, tessuti, finti pellami. Estraneo alla vicenda il proprietario dell’abitazione.

A meno da una settimana dalla tragedia di Prato, ancora una notizia sconcertante.

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