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Giuseppe Conte e altri otto leader europei hanno scritto una lettera al Consiglio Europeo. Una lettera congiunta per chiedere la creazione dei “Coronabond” per fronteggiare la crisi economica dovuta alla pandemia di coronavirus che sta attraversando l’Europa.

Il consiglio europeo è l’organo che comprende i capi di stato e di governo dell’UE. La lettera è stata scritta in vista del vertice europeo di domani. Gli “eurobond” o coronabond sono titoli di stato emessi dall’Unione Europea. Questa è una proposta vecchia di diversi anni, che ciclicamente emerge nel dibattito politico europeo. Negli ultimi giorni era stata ripresa come possibile soluzione per la recessione dovuta al coronavirus da molti economisti. Oggi è la prima volta che viene proposta ufficialmente da alcuni leader europei.

Lettera di Conte all’Ue e di altri leader europei

La lettera porta la firma oltre che di Italia e Francia, anche Spagna, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio e Lussemburgo. Nel testo si legge che l’Unione Europea dovrebbe “lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell’UE. Questo per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati Membri”. L’obiettivo è di “finanziare, in tutti gli Stati Membri, i necessari investimenti nei sistemi sanitari e le politiche temporanee volte a proteggere le nostre economie e il nostro modello sociale”.

La proposta degli “eurobond” finora non aveva attecchito sia per lo scetticismo di alcuni paesi del Nord Europa. Questi ultimi non hanno bisogno di uno strumento del genere, data la solidità dei loro titoli di stato – sia per alcune difficoltà oggettive. Tra queste, ad esempio, trovare le garanzie necessarie per gli eventuali acquirenti, dato che i soldi a disposizione dell’Unione Europea non provengono da entrate fisse ma dai contributi dei singoli stati.

Il testo della lettera

“Dobbiamo riconoscere – scrivono i leader – la gravità della situazione e la necessità di una ulteriore reazione per rafforzare le nostre economie oggi, al fine di metterle nelle migliori condizioni per una rapida ripartenza domani. Questo richiede l’attivazione di tutti i comuni strumenti fiscali a sostegno degli sforzi nazionali e a garanzia della solidarietà finanziaria, specialmente nell’Eurozona”. “In particolare – prosegue la lettera – dobbiamo lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una istituzione dell’Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati membri, garantendo in questo modo il finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni causati da questa pandemia”.

Secondo i nove leader, “vi sono valide ragioni per sostenere tale strumento comune. Stiamo tutti affrontando uno shock simmetrico esogeno, di cui non è responsabile alcun Paese, ma le cui conseguenze negative gravano su tutti. E dobbiamo rendere conto collettivamente di una risposta europea efficace ed unita. Questo strumento di debito comune dovrà essere di dimensioni sufficienti e a lunga scadenza, per essere pienamente efficace e per evitare rischi di rifinanziamento ora come nel futuro”.

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