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Arresti ai danni del clan dei Casalesi. A finire in manette oggi, 15 gennaio, sette persone accusate di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Secondo gli investigatori, avrebbero favorito l’infiltrazione della cosca nella commercializzazione del latte.

Le indagini, sette arresti nel clan dei Casalesi

Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, coordinata dalla Dda di Napoli, il clan si era infiltrato nel commercio e della distribuzione del latte attraverso un’azienda fittiziamente intestata a prestanome. Gli indagati hanno fornito un contributo concreto all’associazione mafiosa consentendole di conservarsi e di rafforzarsi economicamente in un settore molto redditizio in Campania.

Contestato anche il reato di trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante mafiosa. A condurre le indagini coordinate dalla DDA partenopea gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e dal Commissariato di Castellammare di Stabia. Presenti nelle attività di indagine anche i militari del Gico del Nucleo di polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.

Chi sono

In carcere sono finiti Filippo e Nicola Capaldo, nipoti del boss Michele Zagaria, e Adolfo Greco, imprenditore di Castellammare di Stabia, scarcerato appena ieri. Già in passato l’ala dei Casalesi facente capo a Michele Zagaria fu coinvolta in un’inchiesta sul monopolio della distribuzione del latte. All’epoca si scoprì che la Parmalat, per assicurarsi il monopolio del settore nell’area nord della Campania, pagava al boss una lauta tangente mensile in modo da ottenere l’esclusiva sulla distribuzione nei supermercati del proprio latte.

Sono invece due i manager della Parmalat finiti ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta. I due – Antonio Santoro e Lorenzo Vanore – avrebbero stretto un patto con i rampolli del clan dei Casalesi per ottenere L’egemonia della Parmalat nella distribuzione del latte in Campania.

 

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