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Livorno. Arriva la svolta nel caso Gaggioli, la donna di 76 anni trovata morta in un sacco a pelo a Riotorto (Livono), lungo la Vecchia Aurelia. Ad uccidere l’anziana una dose massica, circa 10 volte superiore a quella prescritta di un farmaco che già assumeva.

È quanto emergerebbe dalle indagini, condotte dai carabinieri di Livorno e Piombinoe coordinate dalla procura livornese, che oggi hanno portato in carcere, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, la nuora della 76enne, Adriana Gomes.

La ricostruzione

Per gli inquirenti, sulla scorta degli esiti dell’esame autoptico e delle altri elementi acquisiti nel corso delle indagini, l’arrestata negli ultimi giorni del luglio scorso avrebbe somministrato a Simonetta Gaggioli il farmaco assunto dalla 76enne per motivi terapeutici, nella dose massiccia e risultata letale.

Sempre secondo la ricostruzione, la donna avrebbe poi trasportato, da sola, il cadavere fuori dalla sua abitazione di Riotorto e lo avrebbe caricato in auto, per poi abbandonarlo sul ciglio dell’Aurelia. Tale circostanza, spiegano i carabinieri, è stata confermata nel corso dell’esperimento giudiziale in incidente probatorio del 3 gennaio scorso.

I motivi che avrebbero spinto all’omicidio, secondo gli investigatori, risiederebbero nel rapporto conflittuale con la Gaggioli. Nel corso delle indagini è emerso inoltre che l’arrestata aveva maturato l’intenzione di andare all’estero. La donna è inoltre ritenuta responsabile anche dei reati di «truffa aggravata» e «indebito utilizzo di carte di pagamento»: non dando comunicazione del decesso della Gaggioli, avrebbe consentito l’accredito della pensione sul suo conto corrente bancario, prelevando una somma con il bancomat della defunta.

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