bimbo escluso recita

Afragola. Escluso dalla recita di Natale della scuola perché affetto da iperattività regressa con ritardo cognitivo e con un sospetto di autismo. La storia arriva da una scuola di Afragola, il protagonista è un bimbo di appena 5 anni, che frequenta una classe di 16 bambini.

Bimbo autistico escluso dalla recita

Tutti coinvolti, tranne lui. La madre lo scopre all’ultimo momento, attraverso la chat di gruppo su Whatsapp dove ci sono le mamme degli altri bambini. Con un messaggio la donna apprende che il figlio non ci sarà nella recita natalizia.

Nessuna comunicazione preliminare, neanche un colloquio per spiegare le motivazioni di quella scelta o un incontro con la maestra per cercare una soluzione che potesse andare bene a tutti. Eppure le docenti, duranti le fasi preparatorie, aveva coinvolto il bambino: la famiglia aveva versato anche la quota per comprare dolci e fare un regalino al personale scolastico.

Il vocale della maestra

Per la madre del piccolo è una scelta assurda e chiede spiegazioni. Poco dopo, attraverso un messaggio vocale, la maestra le dice che avrebbe voluto parlarne con lei perché il piccolo non parla, non può stare in fila e non partecipa. Per questo motivo, l’insegnante l’aveva escluso dall’elenco in cui c’erano i nomi di tutti gli altri alunni.

“Lo so che il mio piccolo non avrebbe partecipato – dice la madre – so che non parla e non riesce a stare in fila, non c’è bisogno che lo sottolineasse la maestra, ma per me era importante anche solo vedere il suo nome su quella lista e vederlo quel giorno lì, a saltare e a divertirsi a modo suo, a vedere quel sorriso dolce, sogno infranto da chi lo ha emarginato invece di integrarlo”.

La dirigente

La dirigente scolastica si è giustificata dicendo che i genitori non hanno ancora rilasciato la certificazione di disabilità (prevista dalla legge 104/92), non gli è stata assegnata una insegnante di sostegno e quindi il personale della scuola è tenuto a trattarlo come un “bambino normale”.

“È vero – dice ancora la madre – mio figlio non ha la 104 e l’insegnante di sostegno, ma questo lo sanno benissimo perché sono in possesso della diagnosi funzionale e di tutte le certificazioni ufficiali, anche della struttura dove il bambino è in cura e, soprattutto, perché il piccolo non è autosufficiente, oltre alla retta ricevono un extra per assisterlo nei suoi bisogni primari”.

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp
Banner tv77 Finearticolo