I problemi realizzativi del Napoli sono oramai palesi. Nelle ultime quattro uscite in campionato (contro Milan, Sampdoria, Fiorentina e Torino), la squadra allenata da Carlo Ancelotti ha trovato la via del gol solo contro i blucerchiati. La mole di occasioni create è importante, ma le difficoltà nel concretizzarle ha fatto scattare un campanello d’allarme a Castel Volturno.

Nonostante non sia l’unico da comprendere nel discorso, le principali accuse sono state rivolte ad Arkadiusz Milik che, al netto delle critiche, resta il capocannoniere della squadra con dodici reti realizzate nella Serie A in corso. Al polacco viene contestata l’assenza di cattiveria, il costante ritardo sotto-porta e una verve che pare persa.

Sono diverse le spiegazioni che gli addetti ai lavori hanno provato e stanno provando a dare, ed ovviamente non c’è un’ipotesi di maggiore credibilità, quanto piuttosto una serie di interpretazioni. In un campionato che vede gli Azzurri al secondo posto, con tredici punti di ritardo dalla Juventus capolista e dodici di vantaggio sul quinto posto, che significherebbe estromissione dalla prossima edizione della Champions League, gli stimoli sembrano essere venuti a mancare. Che sia il fattore mentale quello ad avere abbandonato Insigne e compagni? La consapevolezza che la possibilità di lottare per qualcosa in più sia oramai svanita? 

Resta l’impegno Europa League, obiettivo dichiarato da parte del tecnico dei partenopei, dove la qualificazione agli Ottavi di Finale è stata messa in cassaforte in quel di Zurigo. Il Napoli deve e può provare ad andare quanto più avanti è possibile, ma per farlo bisognerà ritrovare lo smalto dei giorni migliori.

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