La galleria orizzontale con la quale si cerca di arrivare fino al punto in cui viene considerato il piccolo Julen è entrata in una situazione molto complicata data l'”estrema durezza della roccia”. In realtà, anche se questa mattina si era a due metri dei quattro da percorrere, i lavoratori sarebbero bloccati a 1,5 metri, con il terreno duro rende quasi impossibile andare avanti.

In effetti, è stata eseguita una terza “microvoladura” (piccole esplosioni per incidere la roccia). La durezza della terra è un grande inconveniente e si sarebbero ritrovate le vene di quarzite che spuntano i punti dei martelli idraulici dei minatori. Per questo motivo le microvoladuras  incrinano la pietra per poter introdurre attraverso questi fori le punte degli strumenti. Nel caso fosse necessario fare più microvoladuras, un elicottero della Guardia Civil è partito per Siviglia per raccogliere altri esplosivi.

I microvoladuras fanno sì che il lavoro sia più lento in Totalán poiché, una volta deciso di farlo, i minatori devono lasciare il tubo, eseguire fori nella pietra e caricare le cariche esplosive. Quindi tutti devono uscire, ventilare il pozzo e rimuovere i detriti prima di continuare. Questo processo richiede circa un’ora e mezza, alla quale dobbiamo aggiungere altri 30 o 40 minuti per estrarre l’aria e i gas contaminati; quindi tutto richiede più di due ore.

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Il portavoce della Guardia Civil di Malaga, Jorge Martín, ha spiegato questa mattina, dopo le 12, che la montagna è quella che segna il ritmo del lavoro, data la sua estrema durezza. Non ha dato alcuna scadenza, ma ha precisato che stanno incontrando materiale “estremamente duro”, come è successo con la perforazione verticale fatta in precedenza. Ha anche chiarito che l’umore dell’operato, composto da 26 membri della Brigata, della Guardia Civil e dei Vigili del Fuoco Provinciali, è “alto” come quando hanno iniziato la discesa.

“Hanno iniettato la speranza di rimuovere Julen vivo e continuare con quello spirito e questo è ciò che li muove”, ha detto Lopez Escobar, che voleva rassicurare che l’uso di esplosivi nel settore minerario “è qualcosa di normale”, indicando che sono “veri esperti”.

L’operazione di ricerca di Julen è passata ieri dalle opere di ingegneria alle tecniche di soccorso. Ieri gli specialisti della Brigata di soccorso minerario sono scesi nella capsula fatta da due fratelli fabbro di Alhaurín el Grande. I social network sono stati immediatamente riempiti con preghiere da tutto il mondo per guidarli verso il piccolo.

Dopo diversi giorni di battute d’arresto, la giornata è iniziata, finalmente, con buone notizie. Alle 5.30 del mattino, i lavoratori hanno finalmente finito il pozzo “rivestito”, un lavoro molto complesso, che in circostanze normali avrebbe richiesto mesi, fatto in pochi giorni basati sulla soluzione di un ostacolo dopo l’altro.

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