Giugliano: Colpo al clan Mallardo, arrestati i due ras per omicidio. Decisive le dichiarazioni del pentito Filippo Caracallo. Per gli investigatori, ‘o napulitano era pronto a lasciare la cella per assumere la reggenza del clan. Nella mattinata odierna personale del Centro Operativo D.I.A. di Napoli ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale D.D.A. nei confronti di Francesco Napolitano e di Michele Olimpio, elementi apicali del clan Mallardo, poiché ritenuti responsabili, in concorso, dell’omicidio di Mario di Lorenzo, avvenuto in Giugliano in Campania il 12 ottobre 1996.

A Napolitano Francesco – detenuto presso il carcere di Parma in regime di cui all’art. 41 bis O.P. in esecuzione di una condanna definitiva per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso nella quale veniva riconosciuto reggente del clan Mallardo e prossimo alla scarcerazione – viene in particolare contestato di essere stato, quale reggente pro tempore del clan, il mandante dell’omicidio, deciso a seguito delle reiterate violazioni alle “regole” dell’organizzazione camorristica di cui lo stesso Di Lorenzo faceva parte; mentre ad Michele Olimpio viene contestato di essere stato l’esecutore materiale dell’azione delittuosa in concorso con Filippo Caracallo, anch’egli affiliato al clan Mallardo e divenuto collaboratore di giustizia nell’aprile 2018, nei confronti del quale si è proceduto separatamente.

Ad OLIMPIO Michele – attualmente detenuto presso il carcere di Voghera in espiazione di condanna alla pena di trent’anni di reclusione per omicidio aggravato, in quanto riconosciuto colpevole, in concorso con altri, dell’omicidio del pluripregiudicato Luigi Giglioso, luogotenente di Giovanni Alfano, all’epoca a capo del sodalizio criminale egemone nel quartiere Posillipo, commesso a Napoli in data 18.09.1997 – è invece attribuito il ruolo di esecutore materiale del delitto.

Secondo il provvedimento cautelare, le dichiarazioni del Caracallo, poste a base del provvedimento cautelare, che hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’omicidio, di individuare gli esecutori dello stesso ed il contesto criminale in cui era maturato, risultano ampiamente riscontrate dalle attività tecniche svolta dalle D.I.A. in separato procedimento, nei confronti di Michele Olimpio.

Dalle indagini svolte è emerso, in particolare, che l’Olimpio, preoccupato del possibile pentimento del Carcallo, aveva deciso di parlargli convocandolo a Busano dove all’epoca si trovava ristretto in regime di detenzione domiciliare. Proprio il giorno della convocazione, peraltro, e probabilmente proprio a cagione della stessa, il Caracallo si era presentato ai Carabinieri di Giugliano manifestando la sua volontà di collaborare con la giustizia.

Dalle indagini svolte emergeva, inoltre, che a seguito della sua scarcerazione, il Napolitano avrebbe assunto nuovamente la reggenza del sodalizio.

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