truffa

Si fingevano corrieri recapitando alle vittime grossi pacchi contenenti Pc, apparecchi elettronici e comunque materiale di valore per giustificare un conto elevato da saldare alla consegna; ma in realtà al loro interno c’erano riso, farina e pasta.

Era questo uno dei metodi utilizzati per mettere a segno le truffe, compiute tra novembre e dicembre 2017 nell’abruzzese ma non solo. Si tratta di due giovani 20enni del napoletano, per i quali – dopo le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Pescara, uniti ai militari della stazione di Napoli – è scattato l’ obbligo di dimora con presentazione giornaliera alla stazione dei carabinieri. I carabinieri erano sulle loro tracce da quasi un anno, le cifre che i giovani truffaldini avevano sottratto alle vittime, quasi tutte di età anziana, superano anche i 50mila euro.

Ma quelli dei “pacchi”, nel vero senso della parola, non era l’unico metodo per truffare: altri modi per persuadere i malcapitati erano spedizione di oggetti ai nipoti, o telefonate da parte di fatidici familiari giovani che richiedevano somme di denaro per problemi personali.

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