Stanno sollevando un coro di polemiche le foto pubblicate sul profilo Facebook dal presunto aggressore di Arturo, il 17enne accoltellato in via Foria a Napoli. F.C., 15 anni, oggi detenuto nel carcere minorile di Airola, mostra scatti inquietanti. In una, in particolare, impugna una pistola, la carica, la punta verso l’obiettivo come un criminale consumato.

E non è finita con le armi, ci sono altri corredi di guerra che spuntano dal profilo Facebook di F.C, il 15enne detenuto con l’accusa di essere il capo del branco che ha ferito a colpi di coltellate Arturo, studente di 17 anni aggredito in via Foria. Sempre a scorrere la galleria fotografica, spunta una foto con il «tirapugni», una sorta di guanto d’acciaio da usare nel corso di una rissa, che ha lo stesso effetto micidiale di un’arma impropria.

Il resto è storia di sguardi e tatuaggi, pose muscolari e sostegno psicologico. Come quello offerto poche ore dopo l’arresto di F.C. da tale «Genny», che sempre attraverso facebook si fa vivo gli indirizza una frase di incoraggiamento che assume lo stesso sapore di un invito a non collaborare con le istituzioni: «’O ‘na (che sta per «nano», ndr) datti forza in quelle quattro mura», con un ovvio riferimento alla necessità di non perdere la calma nel chiuso di un carcere minorile. Recluso ad Airola, con l’accusa di tentato omicidio di Arturo, mentre su un altro versante vanno avanti le indagini per chiudere il cerchio attorno agli altri tre esponenti del branco responsabile dei fatti di via Foria.

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