Marano. Entra nella fase finale la procedura di recupero degli oneri del condono edilizio. Il termine per la definizione delle pratiche rimaste in sospeso è stato prorogato al 31 dicembre 2016. Entro tale data le amministrazioni locali devono pronunciarsi sulle domande di regolarizzazione già presentate. Chi non si metterà in regola, rischia seriamente di non ottenere la licenza, per cui l’opera resterà abusiva per sempre, con tutte le conseguenze del caso. Intanto, il Comune ha impegnato 40mila euro, a titolo di incentivo, da elargire al personale dell’area tecnica e di altri settori, impegnati al di fuori dell’orario di lavoro ordinario, a istruire i rimanenti fascicoli relativi ai tre condoni: 47/85, 724/94 e 326/2003.

Tale somma grava sul cittadino e non sull’Ente, poiché rientrerà dagli oneri di urbanizzazione sotto forma di diritti d’istruttoria. Le pratiche relative ai tre condoni ammontano complessivamente a 8932. Al 31-12-2014 ne risultavano ancora giacenti 6327, segno che in circa trent’anni anni ne sono state evase poco più di 2mila500: troppo poche se si pensa ai numerosi progetti messi in campo dai sindaci del passato, che avevano fatto ricorso sia a tecnici esterni sia al personale interno, attraverso specifici progetti di produttività.

Progetti che, oltre ad aver portato poco ossigeno nelle casse, sarebbero stati – come scrisse nella sua relazione l’ispettore del Ministero delle Finanze Vito Tatò, che, dal 4 novembre al 17 dicembre 2009, spulciò atti e delibere del Comune – anche illegittimi. Adesso, pare si voglia fare sul serio, visto che l’obiettivo da raggiungere entro il 2015 era quello di definire un terzo delle pratiche giacenti, cioè poco più di 2mila, quasi l’equivalente di quelle istruite in circa trent’anni.

Di Domenico Rosiello

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