È arrivata la risposta che tutti attendevano. Il faccia a faccia a distanza tra il super pentito Giuliano Pirozzi e il clan Mallardo. Doveva secondo copione essere proprio Feliciano a dargliela ma da ieri si è appreso che lo sfregiato è in ospedale e sta molto male. Così ci ha pensato Giuliano Amicone, uno dei luogotenenti più potenti dei Mallardo. Pirozzi aveva appena terminato la sua esposizione nell’aula 219 del tribunale di Napoli quando Amicone in collegamento da dove è detenuto ha detto a chiare lettere: “Per me Pirozzi è un burattino, gli mettono le carte in mano. Lui dice di essere intimo di Feliciano ma io che stavo sempre con Feliciano non l’ho mai visto, non lo conosco”.

 

Parole forti e accuse pesanti che vanno nelle linee guida portate avanti dalle difese in questi anni che descrivono Pirozzi quasi come un mitomane, un pazzo. Al contrario di quanto invece sostengono i Pm definendolo un pentito affidabilissimo. Ieri in aula il Pirozzi è apparso per la prima volta in pubblico dopo mesi, il volto smagrito, i capelli rasati a zero, pantalone e maglioncino nero sempre prontissimo nelle risposte capace di parlare e di raccontare fatti con dovizia di particolari, attento a non cadere mai in contraddizione.

 

Ha raccontato le vicende legate al clan e alle agenzie di scommesse. Ha cercato di spiegare come funziona quell’economia criminale giuglianese dove l’estorsione viene percepita come un metodo normale per portare avanti certi affari. Ha descritto gli appetiti economici del clan e le sue ramificazioni. Ha detto “il clan prima ti fa arricchire, ma poi ti penti perché la tua vita diventa di loro proprietà”.

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