Marano. Una fitta rete di narcotrafficanti e contrabbandieri quella che permetteva all’organizzazione camorristica dell’hinterland maranese di importare droga dalla Spagna e sigarette dalla Grecia. A vertice dell’organizzazione c’era lui, Antonio Nuvoletto, maranese, l’attuale reggente del clan dopo l’arresto del boss Giuseppe Polverino.

In quest’attività, il 3oenne sarebbe stato coadiuvato da Salvatore Avolio,  cui sarebbe stato affidato il compito di provvedere alla distribuzione degli stupefacenti. Il trasporto, invece, era affidato ad un manipolo di corrieri e staffettisti giuglianesi, come Modestina Barbato, Giulio Ciccarelli, Gennaro Polastro e Andrea Stanzione. L’hashish, una volta importato, veniva poi acquistato da grossisti come Gaetano Chianese, che provvedevano a smerciarlo su tutto in territorio nazionale, in particolare in Sicilia, con il beneplatico della mafia locale.

Le indagini hanno permesso inoltre di portare alla luce anche un secondo gruppo di di narcotrafficanti riconducibile ai Nuvoletta e facente capo a Bruno Carbone. A lui il compito di importare dalla Spagna grossi quantitativi di cocaina destinata ai ras di Marano. Di questo secondo gruppo facevano parte anche Anna Maria Carbone e Achille Baratti, entrambi villaricchesi, quest’ultimo titolare di un’azienda di trasporti. Suoi infatti i camion che trasportavano la cocaina dalla Spagna all’Italia. Ad assisterlo nella sua attività, la moglie Fulvia Fragasso, pure lei di Villaricca.

Le attività dei due coniugi però non si fermano qui. La Fragasso e il Baratti importavano anche sigarette dalla Grecia, usando il porto di Bari come canale di approviggionamento. Contrabbando di sigarette e traffico di cocaina e hashish alimentavano le casse del clan Nuvoletta e del clan Polverino, due cosche per niente piegate dagli arresti degli ultimi anni.

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