Marano. E’ stato nominato un tecnico che dovrà presentare una relazione e presentarla oggi in Procura. E’ appesa a questo incontro la speranza di imprenditori ed operai dell’area Pip di Marano che chiedono lo sblocco temporaneo o parziale della zona industriale di via Migliaccio finita sotto sequestro dell’antimafia lo scorso 1 dicembre dopo l’inchiesta che ha coinvolti i fratelli Cesaro di Sant’Antimo (titolari della ditta che ha eseguito l’opera).

Stamani i lavori, dopo circa 2 settimane di tolleranza, si sono visti completamente sbarrare la via d’accesso ritenuta – secondo l’inchiesta – inagibile e mancante del collaudo. Il commissario straordinario del Comune, il viceprefetto Fico, è stato nominato custode giudiziario dell’area sequestrata dalla Procura di Napoli.

Per tutta la mattinata Marano è rimasta bloccata, con strade chiuse da camion e furgoni. Traffico in tilt anche a Mugnano e Calvizzano fino alla circumvallazione esterna. Il palazzo comunale è stata così assediato dai lavoratori disperati e blindato da polizia e carabinieri.

Una situazione esplosiva che con non poche difficoltà è ritornata pian piano alla calma dopo l’incontro con una delegazione di imprenditori e l’amministrazione prefettizia del comune. Poco dopo le ore 13 il traffico è stato così sbloccato anche se in molti sono rimasti in presidio.

La decisione della Procura dovrebbe arrivare già in giornata. L’obiettivo è quello di effettuare, nel più breve tempo possibile, i lavori per rendere agibile l’arteria di accesso ai capannoni, che a loro volta presenterebbero non poche anomalie di natura urbanistica. Nei prossimi giorni, però, in caso di mancata risoluzione non sono escludere ulteriori proteste eclatanti.

I sigilli all’area PIP sono scattati a seguito delle indagini delle DDA partenopea. La Procura di Napoli ha acclarato che le opere di urbanizzazione, costruite a supporto del complesso industriale realizzato in regime di “project financing”, non sono state mai collaudate ed relativi certificati e le relazione tecniche sono stati falsificati. Inoltre gran parte delle strutture non risultano collaudate.

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