Un racconto atroce quello che ha fatto Francesca (nome di fantasia), 19 anni, del Pallonetto di Santa Lucia, rimasta ferita nel raid della banda armata che sabato notte ha seminato il terrore in via Bisignano, ai baretti di Chiaia.

“Ho sentito gli spari, la strada era affollata, sono scappata, una fitta mi ha lacerato la schiena, ho creduto di aver ricevuto una gomitata”. Poi l’atroce scoperta quando è andata a letto: “Mi sono accorta di essere stata colpita solo quando sono arrivata a casa: è stato allora che mi sono accorta della macchia di sangue che si stava allargando”.

Un racconto agghiacciante, surreale. Francesca era lì con gli amici. Studentessa di una delle scuole del centro, aspirante operatrice sociale, ora è ricoverata all’ospedale dei Pellegrini dove è ricoverata. È una delle vittime del raid dei baretti. “Una vittima innocente”, ribadisce ferma, del tutto estranea alla rissa che dato la scintilla alla rappresaglia armata. Con lei al pronto soccorso la mamma, casalinga, e il padre tassista: una famiglia come tante.

“Anche se abitiamo al Pallonetto siamo gente onesta, gente perbene», dice papà Ciro, sapendo che un indirizzo può essere scambiato per un marchio di fabbrica. Non è così, ma se ne accorgono in pochi. «Mia figlia è una vittima innocente ripete l’uomo per favore scrivetelo. E scrivete anche che non si può rischiare la vita solo per andare a bere qualcosa con gli amici. Bisogna intervenire, bisogna rendere sicura la movida”.

Il cerchio intanto si stringe intorno agli autori del raid. Si tratterebbe di giovanissimi, tutti provenienti dalla Sanità e dal centro, decisi a seminare il terrore in strada dopo uno screzio avuto con un’altra baby-gang di San Giovanni a Teduccio. Prima la rissa e le botte, poi loro che tornano a bordo di scooter, armati, per vendicarsi a colpi di piombo, trasformando così un sabato sera di festa in una notte di terrore.

Agghiacciante anche la testimonianza di Giuseppe, originario di Miano, che era presente in zona con gli amici. “Li ho visti prima litigare in una rissa, una delle tante. Poi poco dopo sono tornati e hanno sparato. In un primo momento credevano fossero fuochi d’artificio, ma poi la gente ha cominciato a scappare. Un mio amico mi ha tirato per il giubbino, altrimenti potevo finirci dentro. E’ stato il caos”.

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