I Carabinieri della Compagnia di Bagnoli questa mattina hanno eseguito 3 misure cautelari nei confronti di altrettanti minorenni fortemente indiziati di essere stati gli autori della violenza sessuale di gruppo che si consumò lo scorso mese di maggio, nella località di Marechiaro a Posillipo, ai danni di una studentessa di 15 anni.

L’attività era partita in quella sera di maggio dalle prime dichiarazioni assunte dai militari intervenuti presso l’ospedale dove la ragazza era stata portata dai genitori dopo aver subito la violenza. L’indagine si è articolata sin da subito in una serie di attività condotte dai militari sotto la direzione e il costante confronto con la Procura della Repubblica per i Minorenni di Napoli. La ricostruzione dell’accaduto e l’individuazione dei giovani, effettuata dai Carabinieri con complesse attività di indagine, è stata efficace in quanto ha consentito l’acquisizione anche di elementi di riscontro all’ipotesi iniziale nonché di delineare il ruolo di ciascuno dei componenti del gruppo.

L’epilogo investigativo coincide con l’esecuzione delle misure in argomento, che hanno condotto i minori, uno di Forcella e due di Capodichino, in regime cautelare presso altrettante strutture minorili. I due ragazzi di Capodichino prima l’hanno denudata e poi hanno provato ad abusarla. Non ci sono riusciti. C’è riuscito invece il ragazzo di Forcella che ha consumato lo stupro vero e proprio ed è andato via dopo aver schiacciato il volto della ragazza al muro, prendendola per la nuca.

“In due mi hanno spogliata, tolta il costume, e toccata, loro erano nudi e mi hanno circondata. Mi toccavano, mi toccavano. Sono riuscita a scappare e loro sono andati via”. Ed è lì che ha detto di aver incontrato un altro ragazzo che faceva parte di quel gruppo e che ha finto di volerla aiutare: “Mi ha chiesto cosa mi fosse successo e poi invece mi ha trascinata in un angolo e mi ha girata di spalle“. Quel racconto la giovane vittima lo ha ripetuto poi ai medici, ai carabinieri e al pm e lo ripeterà nella sua mente, forse per tutta la vita.

E poi, come se non bastasse, come spesso accade in queste drammatiche storie, le offese e le provocazioni si dispensano anche sotto gli occhi di tutti nelle pagine Facebook. “Parlate di meno e scopate di più”, è la frase choc che il ragazzino accusato di averla violentata ha scritto sulla sua bacheca un mese dopo lo stupro a Marechiaro. A incastrare i giovani “orchi” è stato facebook. La giovane ha riconosciuto e individuato i suoi aggressori sul popolare social network. Li ha mostrati a sua madre dopo che un’amica l’aveva aiutata a raccontare tutto.Un racconto crudo e sconvolgente.

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