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La parola d’ordine questa mattina a Corso Italia era: disordine. Disordine all’Asl, disordine al mercato rionale del venerdì. Un inferno di auto, ambulanti, furgoncini in doppia fila. L’odissea inizia in un normale venerdì. Ore 9. Abbiamo una prenotazione per una visita all’Asl. Superata la circumvallazione imbocchiamo Corso Italia: e qui inizia l’avventura, per essere ottimisti.

Il primo impatto che si ha è quello di un vero e proprio trambusto: trovare un posto libero per parcheggiare l’auto è il primo step o meglio il primo ostacolo. Automobilisti inferociti per la conquista del primo rettangolo libero, veicoli parcheggiati in doppia fila, ambulanti con la loro merce esposta sul ciglio della strada. Basta percorrere pochi metri per rendersi subito conto che qua e là ci sono venditori ambulanti di calzini e merce varia che infastidiscono non poco i passanti. Assistiamo a un forte diverbio tra uno dei venditori e una signora che si è rifiutata di acquistare i suoi prodotti.

Dopo qualche peripezia se si è fortunati si riesce a parcheggiare. E qui inizia il secondo step dell’Odissea, quello all’interno dell’Asl. Per capire come orientarsi è necessario chiedere informazioni al primo operatore di passaggio che ci conduce al primo disagio: l’apparecchio che fornisce i numeri è bloccato, deve intervenire per risistemarlo. Conquistato il numeretto bisogna pagare il ticket. E qui l’avventura si fa avvincente. L’apparecchio è guasto: “attenzione, nessuno dei servizi presenti è attivabile per cause tecniche”. Ed ecco che tocca richiedere informazioni sempre al primo operatore di passaggio che ci spiega che per pagare il ticket bisogna lasciare l’Asl recarsi in banca o nella prima farmacia più vicina accreditata che dista circa 800 metri. Quindi torniamo di nuovo a bordo della nostra auto e raggiungiamo la farmacia per pagare il ticket, senza il pagamento la visita non possiamo effettuarla oppure ci dicono di poter fare la visita ma il medico poi non potrà rilasciare la terapia sino a che non consegneremo la ricevuta di pagamento. Così decidiamo di svolgere prima la visita, poi pagare e infine ritornare all’Asl. Una volta dentro la situazione è sempre più caotica, pazienti distrutti dall’attesa, altri dalla disorganizzazione. Tentiamo così di recuperare la nostra terapia ma l’infermiera che ha custodito l’incartamento non è in stanza. Attendiamo qualche minuto e dopo un po’ di fortuna riusciamo a conquistare i nostri documenti. Intanto fuori il caos del mercato non è certo migliorato. Un inferno di disservizi e illegalità: e pensare che questo è un luogo dove si recano anziani, donne incinte e ammalati che con medici e operatori sono i veri eroi quotidiani del disordine di Corso Italia.   

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