Provincia. Un mondo a parte, fatto di trasgressione e anonimato. Un vero universo dove le convenzioni sociali e la vita pubblica vengono sospese per lasciare spazio alla completa libertà sessuale. Il fenomeno degli scambi di coppia è largamente diffuso anche in Campania, dove si contano diversi luoghi di incontro per scambisti, molti dei quali aperti anche ai single.

Club privé. La maggior parte si “nasconde” dietro la dicitura “club privé”. Il più famoso è a San Vitaliano, a pochi passi da Nola. Per entrare è necessario fare una tessera esibendo i propri documenti e pagare una quota di iscrizione di 20 euro, visto che il club figura giuridicamente e a tutti gli effetti come un’associazione ludica.

Come funziona. Una stanza è interamente dedicata alle coppie. Lettini e divani dove uomini e donne si conoscono, si corteggiano e si abbandonano al sesso sfrenato. Per i single non resta che guardare. Il salotto è però munito di feritoie dove è possibile, oltre che osservare, anche interagire con le coppie. Ma è nei corridoi e nelle stanze che si entra in contatto con le coppie disposte a divertirsi con i single, di qualsiasi età. Nella penombra rotta appena da luci soffuse è possibile consumare un rapporto sessuale con una donna più grande di vent’anni o ritrovarsi nel bel mezzo di un’orgia. Ma nessuno è obbligato a fare nulla se non lo vuole. E, proprio a difesa dell’anonimato, è vietato scattare foto.

Altri club. Se a Nola c’è il privé più famoso, se ne contano altri. Sempre nel napoletano c’è a Striano. Nel casertano, a Mondragone, a Falciano del Massico. Ad Avellino. A Bucciano, nel beneventano. E per chi è disposto a spostarsi, ce ne sono a Cassino o, poco fuori regione, in provincia di Frosinone. Anche qui le modalità di incontro e le quote di iscrizione sono simili. Le serate possono essere in maschera per stuzzicare la fantasia dei partecipanti. E a restare immutate sono il clima di trasgressione e la preferenza per l’anonimato. Coppie di insospettabili professionisti e imprenditori dell’hinterland vengono a trascorrere nei club privé momenti di pura sfrenatezza sessuale.

I racconti. “E come lasciassi una maschera a casa – racconta Luigia – mi tolgo gli abiti borghesi e mi introduco in un mondo a parte, dove mi sento libera di dare sfogo alle mie fantasie”. E a chi vi chiama pervertiti? “Non c’è perversione. Ma solo fantasia erotica. Non mi interessa del giudizio dei benpensanti”. “Sono d’accordo – confessa Filippo, sposato e con figli – il privé è solo un modo per staccare la spina dal mondo che viviamo ogni settimana. L’ufficio, la famiglia, le spese. E’ un po’ di sano divertimento, che c’è di male?”

 

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