de luca reddito di cittadinanza revoca a chi non manda figli a scuola

Anche il governatore Vincenzo De Luca sostiene la decisione della Prefettura di revocare il reddito di cittadinanza e altre forme di sussidio statale a chi non manda i figli a scuola o a chi compie illeciti penali o amministrativi. Il Presidente della Regione lo ha dichiarato a margine della conferenza stampa tenuta questa mattina a palazzo su Santa Lucia su un progetto relativo al Teatro San Carlo.

Anche De Luca si schiera con il Prefetto: “Togliere RdC chi non manda i figli a scuola”

Togliere il reddito di cittadinanza a chi non manda i figli a scuola è una delle cose da valutare – ha dichiarato il governatore -. Credo ci debbano essere anche decisioni sul piano penale perché non mandare a scuola i figli è un reato: non solo provvedimenti amministrativi che possono essere utili, ma anche penali. Chi non manda a scuola i figli compie un reato e dev’essere perseguito anche sul piano penale”.

Il governatore campano puntella così anche con le sue dichiarazioni la decisione adottata dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che prevede una misura di revoca del RdC e di altri sussidi per frenare la dispersione scolastica. Il prefetto Claudio Palomba incontrerà nei prossimi giorni i vertici dell’INPS per concordare dettagli e modalità del provvedimento, che mira a responsabilizzare i genitori rispetto all’educazione dei figli. Il tema è tra l’altro strettamente legato agli episodi di delinquenza e devianza giovanile di questi mesi, visto che molti dei minori protagonisti di accoltellamenti e rapine non frequentano la scuola dell’obbligo.

Gli episodi di microdelinquenza ci sono in tutte le grandi aree urbane, ci può essere un eccesso in una città o in un’altra, ma è un problema che riguarda tutte le aree urbane. Ci sono fenomeni di microdelinquenza in tante città del Nord – precisa De Luca -. Detto questo c’è un problema e una grande preoccupazione nell’opinione pubblica, quindi bisogna mettere in campo sia le iniziative di contorno, cioè formative, sia interventi repressivi, perché poi per i cittadini normali conta la vita di oggi non la rigenerazione delle società”.

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