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Sono in agitazione gli operatori della Sapna. I dipendenti dicono ‘no’ allo spacchettamento del servizio rifiuti a Napoli e provincia e al subentro di aziende private nel ciclo di gestione dell’indifferenziato. Da qui lo stop anche alla raccolta in molti comuni dell’hinterland partenopeo.

Napoli, “no” allo spacchettamento del servizio rifiuti: operatori Sapna in agitazione. Si ferma la raccolta

Scene già viste anche in passato. File di autocompattatori fermi fuori allo Stir di Giugliano carichi di rifiuti che non possono essere conferiti dopo lo sciopero indetto dai dipendenti della Sapna, la società in house della Città Metropolitana che gestisce lo smaltimento dell’immondizia. Il disagio dunque non dipende dalla raccolta nei singoli comuni e dalle ditte che sono deputate a farlo bensì dal blocco dello stir e dei dipendenti Sapna.

Già questa notte la raccolta non è avvenuta a nord di Napoli. A Giugliano, come a Mugnano e Melito si segnalano cumuli di sacchetti accatastati. I disagi potrebbero trascinarsi anche nei prossimi giorni, finché sigle sindacali e lavoratori non apriranno un confronto con l’ente d’ambito Napoli 3 sulla scelta di affidare la gestione dell’indifferenziato a una nuova società mista, con capitale a maggioranza pubblica e un socio privato da individuare con gara d’appalto.

Le ragioni della protesta

Questa decisione, secondo i sindacati, va contro gli impegni precedentemente assunti con le parti sociali, ponendo a rischio la società pubblica Sapna e il suo ruolo cruciale nel trattamento dei rifiuti non differenziati di 92 Comuni della Provincia di Napoli.

La prima azione di sciopero avvenuta ieri, martedì 16 gennaio, ha previsto la sospensione di tutte le attività degli impianti, dei siti, delle discariche e degli uffici della Sapna. Durante lo sciopero, i lavoratori si sono presentati in presidio sotto gli uffici della Regione di Palazzo Santa Lucia.

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