Sono ritenute “chiare” le prove a carico di D.S. il 37enne salernitano accusato di aver abusato della figlia 12enne della compagna. Ad inchiodare l’uomo, accusato di pedofilia, i messaggi telefonici che i due si sarebbero scambiati.

Messaggi espliciti che per il sostituto procuratore Roberto Penna, titolare dell’inchiesta che ha disposto l’incarcerazione dell’uomo, consentirebbero di saltare l’udienza preliminare ed andare subito a processo.

L’uomo è rinchiuso  da alcune settimane nel carcere di Fuorni dopo la denuncia della ex compagna, la prima a notare i comportamenti anomali del patrigno verso la figlioletta, e le indagini dei Carabinieri di Mercatello, continua a fornire versioni che non convincono la Procura.

Nelle intercettazioni e nei testi di sms e WhatsApp le parole scabrose che inchioderebbero l’uomo: «Sei una porcellona, ti prenderei a morsi ora»; e ancora: «Appena ti prendo sotto ti… Ti piace, dì la verità». Conversazioni contenute nell’ordinanza con cui il Gip Stefano Berni Canani ha disposto la custodia cautelare in carcere.

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