Francesco Da Vinci, figlio del cantante Sal Da Vinci e anche lui musicista, è stato rapinato a Napoli sabato notte, all’uscita da una pizzeria in via Foria dove era andato con un amico.

Rapina a Napoli, tre pistole alla tempia del figlio di Sal Da Vinci

A raccontare nel dettaglio quanto accaduto è stato lo stesso cantante in un post sui social. “Ore 00:20 di questa notte, ero all’esterno di un noto ristorante a Napoli insieme ad un amico e dopo aver cenato ci eravamo appena seduti in auto per rientrare”, ha scritto nel lungo post, “arriva uno scooter nero, senza targa, con tre individui muniti di passamontagna e caschi integrali, sbattono le pistole contro i vetri, scendiamo dall’auto e mi puntano esattamente tre pistole alla testa mettendo addirittura il colpo in canna”.

Il bottino della rapina include un orologio Bulgari Carbon Gold e 400 euro in contanti. “Ho rischiato la vita, la brutalità di tutto l’accaduto davanti a tante persone li presenti– ha commentato il giovane -purtroppo dobbiamo convivere con certe persone che continuano a distruggere questa città”.

Il commento del padre

Non tarda ad arrivare il messaggio del padre Sal Da Vinci, che ha raccontato ai fan le sensazioni che ha provato da genitore quando ha ricevuto quella terribile telefonata dal figlio. 

“Mii arriva una telefonata di mio figlio in piena notte, terrorizzato per quello che gli era accaduto, lui parlava ed io morivo, ma allo stesso tempo provavo una sensazione di felicità, grazie a Dio, sentivo la sua voce, sapevo che stava rientrando a casa sano e salvo, cercavo di rassicurarlo, di proteggerlo, di calmarlo, purtroppo ci sono riuscito in parte, forse è ancora presto, sono momenti che ti lasciano un segno, è non sempre riesci a superarli velocemente!”, ha scritto il cantante napoletano.

“I ragazzi sono il nostro domani – ha proseguito Sal Da Vinci – noi genitori abbiamo il dovere di accompagnarli nel posto migliore, la scuola ha un compito importante, scuola e famiglia devono viaggiare sullo stesso binario, non amo uno stato di polizia, non amo la repressione, non accetterei di vivere in trincea, amo solo la libertà, desidero solo un futuro migliore per tutti, e sopratutto sono preoccupato del falsi modelli di cui sono vittime i giovani”.

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