“Stanno arrivando mitra, kalashnikov, pistole…”. È quanto emerge da una intercettazione telefonica captata dai carabinieri di Castello di Cisterna che oggi, dopo una lunga indagine coordinata dalla DDA di Napoli, hanno tratto in arresto 18 persone, decapitando di fatto due famiglie che operavano nel territorio di Acerra: il clan di Salvatore Andretta e quello di Bruno Avventurato. 

“Papà stanno arrivando pistole e kalash”, il figlio del boss di Acerra intercettato dai Carabinieri

Come riporta l’Ansa, a parlare nell’intercettazione è il figlio del boss Andretta che avverte il padre Salvatore del nuovo arrivo di un carico d’armi. La cosca malavitosa era in possesso di un gran quantitativo di fucili e munizioni che non esitava ad usare non solo per le estorsioni ma anche per difendersi nel caso sorgevano attriti con la famiglia Avventurato.

La conversazione mette anche in evidenza l’attitudine del boss Salvatore Andretta a ricorrere alle armi appena vedeva lesi i suoi interessi: il caso specifico riguarda un affronto subito da uno dei suoi uomini per mano di un affiliato al clan Avventurato che per limitarne l’azioni l’aveva picchiato.

La cosa fu risolta dal boss Bruno Avventurato che per sedare le ire di Andretta incaricò il fratello di picchiare al suo cospetto il responsabile dell’affronto che pure fu vittima di un tentato omicidio.

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