Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, tornerà in aula per il processo d’appello. L’udienza è stata fissata per il 25 giugno alle ore 9.15 davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano. La difesa, rappresentata dall’avvocata Giulia Geradini, ha impugnato la sentenza di primo grado, contestando in particolare le aggravanti di premeditazione e crudeltà, e chiedendo il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Omicidio Giulia Tramontano, via il processo di appello per Impagnatiello a giugno
Attualmente detenuto nel carcere di Pavia, l’ex barman secondo la sentenza iniziale avrebbe agito con lucida pianificazione: per mesi avrebbe tentato di avvelenare la compagna incinta, fino all’omicidio avvenuto il 27 maggio 2023, culminato in 37 coltellate.
Per i giudici della Corte d’Assise, Giulia – al settimo mese di gravidanza – avrebbe avuto per alcuni istanti la consapevolezza che stava morendo insieme al bambino che portava in grembo, un dettaglio che ha pesato nella valutazione della crudeltà del gesto. Diversa la posizione della difesa, secondo cui l’omicidio sarebbe stato provocato da un evento scatenante: l’incontro avvenuto poche ore prima tra Giulia e l’altra donna con cui Impagnatiello intratteneva una relazione parallela. Il crollo delle menzogne costruite dall’imputato avrebbe fatto da detonatore alla tragedia. Inoltre, gli avvocati contestano la ricostruzione secondo cui Giulia avrebbe avuto coscienza della sua morte imminente, sostenendo che, colpita alle spalle con violenza e in rapida successione, non ebbe modo né di difendersi né di comprendere appieno quanto stava accadendo.