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Addio al reddito di cittadinanza. La misura introdotta nel 2019 dall’allora governo gialloverde a guida Giuseppe Conte va ufficialmente in soffitta e viene sostituita dal MIA, acronimo di Misura di inclusione attiva, che dovrà entrare in vigore da settembre/ottobre 2023. Un assegno massimo da 500 euro per le famiglie in cui non sono presenti persone “occupabili”. 375 euro per tutti gli altri nuclei familiari.

Reddito di cittadinanza addio, nasce il MIA: nuove regole e requisiti

Ministero del Lavoro e Tesoro stanno lavorando agli ultimi dettagli, ma ormai ha preso forma il nuovo sussidio a sostegno delle fasce più deboli che sostituisce il Reddito di Cittadinanza. I tecnici al lavoro stanno limando le ultime cifre, che prevedono un abbattimento della spesa complessiva di 2/3 miliardi di euro oltre al miliardo già risparmiato con l’ultima legge di Bilancio. Nel mirino del nuovo Governo ci sono i circa 440mila beneficiari considerati “occupabili”, che non hanno figli minori, non sono disabili o anziani. Per loro si prefigura un percorso di sostegno per l’inserimento nel mondo del lavoro ma con molti limiti e reistrizioni.

Chi beneficerà del MIA

La ministra Marina Elvira Calderone vuole portare la bozza di riforma in Cdm e al tavolo dei sindacati. Dall’estate dovrebbe entrare in vigore la nuova misura. La ripartizione fondamentale sarà, come già anticipato, tra famiglie povere di occupabili e non: le non occupabili sono quelle che hanno almeno un minorenne a carico, un over 60 o una persona disabile nello stato di famiglia. Sono invece occupabili i nuclei senza quei soggetti e con almeno una persona tra i 18 e i 60 anni. 

Il requisito reddituale per accedere al MIA – cioè l’ISEE – sarà tagliato di oltre 2mila euro per arrivare a 7200 euro. Per gli occupabili – che al momento hanno assicurato il RDC solo per sette mesi del 2023 – l’assegno di base per un single si ridurrà a 375 euro e durata massima di 12 mesi. Per i non occupabili l’importo base resterà di 500 euro con durata confermata di 18 mesi.

I rinnovi

Tema spinoso è quello dei rinnovi. Per ora si naviga a vista. La Lega caldeggia una proposta sottoposta all’esame del Ministero del Lavoro. Per i non occupabili, dalla seconda domanda in poi,la durata del sussidio calerà da 18 a 12 mesi, con almeno un mese di stacco tra un ciclo di benefici e l’altro (già previsto oggi). Ancor più aggressiva sarebbe la revisione della seconda tranche per gli occupabili, di durata dimezzata a sei mesi e la previsione di 18 mesi d’attesa prima di presentare la terza domanda.

Offerte di lavoro

Nella fase dell’inserimento nel mondo del lavoro interveranno le Agenzie per il lavoro al fianco dei Cpi: in sinergia lavoreranno sugli occupabili, con una piattaforma online dedicata all’incrocio di domanda e offerta. L’iscrizione sarà obbligatoria e i beneficiari della Mia – una volta fatti tutti i controlli del caso per evitare irregolarità – perderanno l’assegno anche in presenza di un solo rifiuto a una offerta di lavoro congrua (sarà tale se proveniente dalla propria provincia o da quelle confinanti). Per i non occupabili, invece, resta il percorso di inclusione sociale dei servizi del proprio Comune.

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