Massimiliano Di Caprio

Si sono svolti ieri gli interrogatori di garanzia delle cinque persone arrestate dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda, che ha portato al sequestro della rinomata pizzeria napoletana “Dal presidente”, situata in via dei Tribunali.

Napoli, sigilli alla pizzeria “Dal Presidente”: interrogati Di Caprio e la moglie

Gli indagati sono accusati di trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio di denaro, con l’aggravante del metodo mafioso e dell’intento di favorire la camorra, in particolare il clan Contini.

Secondo le informazioni disponibili, Massimiliano Di Caprio e sua moglie, entrambi detenuti, insieme al poliziotto agli arresti domiciliari, hanno rilasciato brevi dichiarazioni spontanee, assistiti dall’avvocato Fabio Visco. La stessa strategia difensiva è stata adottata anche dalla commercialista, agli arresti domiciliari e difesa dagli avvocati Mariangela Locuoco e Flaviano Moltedo.

Tuttavia, Vincenzo Capozzoli, già detenuto per associazione camorristica e assistito dall’avvocato Claudio Davino, ha scelto di rispondere e negare tutte le accuse mosse nei suoi confronti.

Sequestro per 3,5 milioni di euro

Oltre alla pizzeria, le forze dell’ordine hanno sequestrato altri beni per un valore totale di 3,5 milioni di euro, tra cui sette immobili, inclusa la residenza di Di Caprio in piazza Sannazaro, valutata 850mila euro, vari orologi di lusso, quote societarie e 375mila euro in contanti.

Dalle scommesse clandestine al riciclaggio per il clan Contini: chi è “Massimiliano ‘a capretta”

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