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Torna a splendere la Chiesa di Santa Maria di Portosalvo su via Marina, nota anche come “Chiesa dei marinai”. Era stata ingabbiata dentro ponteggi e impalcature dovute a lavori di restauro durati circa 40 anni. Ieri, nel corso di una messa inaugurale, l’arcivescovo Mimmo Battaglia l’ha restituita alla città in presenza dell’assessore regionale Armida Filippelli e del vicesindaco di Napoli Maria Filippone.

Napoli, riapre dopo 40 anni la Chiesa di Portosalvo: restauro a cura della Italced

Fondata nel 1554 grazie alle elemosine dei naviganti, uno dei gioielli architettonici del XVI Secolo partenopeo rivede la luce dopo anni e anni di ristrutturazioni, degrado e abbandono. L’architetto Giovanni De Pasquale ha spiegato i dettagli del restauro, che hanno interessato principalmente le facciate esterne, le coperture e alcuni ambienti interni come affreschi e marmi, oltre al bellissimo cassettonato ligneo attribuito a Battistello Caracciolo. A partecipare ai lavori anche l’Italced di Giuseppe Rispo, imprenditore villaricchese attivo anche a Giugliano.

Entusiasmo per la restituzione della Chiesa ai fedeli nelle parole di don Mimmo Battaglia riportate dal Corriere del Mezzogiorno: “Per me restaurare significa ridare vita e riscoprire una bellezza che esiste da sempre ma che i fenomeni atmosferici e l’incuria hanno offuscato, fino a quando qualcosa o qualcuno che riesce a vedere oltre, a vedere l’ignoto, la fa venire di nuovo alla luce. Credo però che così come restituiamo la bellezza dei monumenti e ce ne prendiamo cura, così deve avvenire per le persone”.

Un tetto per i clochard

Per troppo tempo ridotta a spartitraffico nella zona del porto, nel largo del Mandracchio, nonché a luogo di accampamento per i senzatetto di via Marina, la zona circostante alla Chiesa di Portosalvo è stata liberata dall’incuria e ripulita dai cumuli di rifiuti abbandonati. I clochard che vivono nella zona sono stati invitati dalla Curia nella piccola casa predisposta alle Sacramentine, nella vicina via Duomo, affinché abbiano un tetto e una sistemazione dignitosa. Una parte della città di Napoli può tornare a vivere anche grazie alla solidarietà delle istituzioni locali.

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