Vincenzo Costanzo sapeva di essere in pericolo e da tempo viveva rintanato nel parco Conocal. Ma il desiderio di festeggiare in strada lo scudetto del Napoli, come un qualunque tifoso, si è rivelata la sua condanna a morte. E così il giovane boss del clan D’Amico “fraulella” è stato ucciso in piazza Volturno mentre era in compagnia della fidanzata e dei suoi fidatissimi amici, Ciro Paolillo e Ciro Donzelli, tutti rimasti feriti nell’agguato.

Napoli, boss ucciso durante festa scudetto: così i sicari sono entrati in azione

Come riporta Cronache della Campania, da tempo non usciva mai da solo. Era sempre accompagnato da una scorta, anche la sera dell’omicidio. Quanto il 26enne e gli amici si sono fermati in piazza Volturno su una panchina per riposarsi, a quel punto i sicari (forse due) sono entrati in azione. Uno di loro ha esploso sette colpi di pistola e ha colpito il ragazzo all’addome, al torace e alle gambe.

I killer hanno ferito anche la fidanzata di Costanzo, 26 anni, l’unica incensurata del gruppo, colpita alla caviglia con 10 giorni di prognosi. Ciro Paolillo, 24enne, del quartiere Ponticelli, con precedenti penali anche per tentato omicidio, ha riportato una ferita al gluteo mentre Ciro Donzelli, 20 anni, con precedenti per rapina, è rimasto ferito a un gluteo e alla gamba sinistra.

Costanzo, detto “Ciuculill”, era ritenuto uno dei reggenti del clan D’Amico di Ponticelli. Il padre, Maurizio (scarcerato di recente dopo una lunga detenzione), è il cognato del capoclan Antonio D’Amico.

Pronto soccorso sfasciato

Quando Costanzo è arrivato al pronto soccorso del Cardarelli era già in fin di vita. E nel giro di poco tempo è deceduto. Dopo aver appreso la terribile notizia, i familiari hanno tentato di entrare con forza all’interno della struttura ospedaliera inveendo contro gli agenti e colpendo con calci e pugni le porte di ingresso. Una di loro è stata bloccata dai poliziotti: si tratta di Giuseppina Pacifico, 49 anni, arrestata per danneggiamento, resistenza a Pubblico Ufficiale ed interruzione di pubblico servizio. Ieri mattina è stata giudicata con rito direttissimo: a fronte di una richiesta di 1 anno e 8 mesi del pubblico ministero, il giudice monocratico del Tribunale di Napoli l’ha condannata a 8 mesi con concessione degli arresti domiciliari.

 

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