Tentazione grande coalizione con il Pd. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, soprattutto i partiti di destra e centrodestra, che pur di allearsi con i democratici sarebbero disposti a rinunciare al proprio simbolo e di presentarsi quindi agli elettori sotto “mentite” spoglie (liste civiche). La sensazione tuttavia è che i democratici non vogliano, almeno ora, farsi stringere nella morsa, cedere alle “pressioni” che giungono da più parti. Da un lato i partiti di destra o centrodestra, che da tempo hanno sposato la causa della grande coalizione; dall’altro i comitati civici, i partiti della sinistra tradizionale che spingono affinché il Pd mantenga la barra orientata verso l’area che un tempo era definita progressista. Il primo nodo da sciogliere è sulla presenza o meno, nel grande rassemblement prefigurato da più parti, della componente rappresentata da Ezio Micillo e Giovanni Porcelli. Il Pd è stato tra i principali artefici della caduta anticipata della giunta Porcelli e, pertanto, alla fine potrebbe porre un veto in tal senso. Come dire: grande coalizione sì ma fino ad un certo punto. Una linea che pare essere stata sposata anche da Vincenzo Massarelli e dagli ex Idv, da qualche giorno seduti al tavolo di confronto varato dalle forze moderate ma per nulla o poco propensi ad accogliere anche i leader della vecchia giunta. Cosa accadrà? Difficile pronosticarlo. La tentazione di vincere al primo turno è forte, così come la paura di non farcela con coalizioni scarne o troppo orientate a sinistra. Quel che è certo è che il dibattito impazza anche nell’area dei movimenti e dei comitati, con l’ex consigliere Romualdo che auspica nell’accordo tra il Pd, le altre forze della sinistra, Prc e Sel, e i comitati; e con altri, invece, che sembrano più propensi a dare fiducia al Movimento cinque stelle.

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