Oltre nove miliardi di euro destinati per “dare una immediata risposta alle famiglie e alle imprese per fronteggiare l’aumento del costo delle bollette”. È stato approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri il nuovo decreto aiuti e stamattina la premier Meloni ha illustrato in conferenza stampa le misure contenute all’interno, soffermandosi anche sulla questione dei migranti e sullo scontro con la Francia.

Meloni presenta Dl Aiuti: le misure contro caro bollette per famiglie e imprese

La misura principale che è stata approvata nel Cdm di ieri è il decreto sull’energia”, ha spiegato Meloni. “Un decreto – ha aggiunto – con il quale noi stanziamo i primi 9,1 miliardi di euro destinati prevalentemente a dare una immediata risposta alle famiglie e alle imprese per fronteggiare l’aumento del costo delle bollette”.

Il Presidente del Consiglio ha sottolineato che “le misure principali di spesa sono di proroga dei provvedimenti esistenti fino al 31 dicembre”, ma che sono state anche inserite “nuove norme”.

“Ci sono aiuti alle imprese per il caro bollette che riguardano la proroga del credito di imposta. Poi per i consumi di energia fino al 31 marzo 2023 consentiamo una rateizzazione degli aumenti rispetto all’anno precedente per un minimo di 12 e un massimo di 36 rate e coperta da garanzia statale Sace”, ha aggiunto Meloni.

E ancora: “C’è una norma che noi interpretiamo a sostegno del pagamento dei prezzi dell’energia e cioè l’estensione dei fringe benefit che il datore può aggiungere in busta paga, che è esentasse e che è una sorta di tredicesima detassata per aiutare i lavoratori a pagare le bollette. È una misura importante”.

Superbonus

La premier Giorgia Meloni ha anche parlato del Superbonus. “Sul Superbonus voglio dire che nasceva meritoriamente come misura per aiutare l’economia, ma il modo in cui è stata realizzata ha creato molti problemi”, ha detto Meloni in conferenza stampa.

“Chi diceva che si poteva gratuitamente ristrutturare il proprio condominio ricordo che costava allo stato 60 miliardi, con un buco di 38, diciamo che il concetto di gratuità è bizzarro”, ha aggiunto. E poi ancora: “La copertura al 110% ha deresponsabilizzato chi la usava: se uno non era chiamato a contribuire non si chiedeva se il prezzo era congruo. Questo ha portato distorsione sul mercato a beneficio prevalentemente dei redditi medio alti. Abbiamo scelto di intervenire e si passa al 90%, salvo per chi ha già deliberato a oggi l’intervento e presenta entro il 25 novembre la nota di inizio lavori. Ma con i risparmi abbiamo deciso di riaprire alle unifamiliari, a patto che si tratti di prima casa e redditi medio bassi”.

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