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Manodopera a basso costo e 80 milioni in fatture false: smantellato sistema di frode tra Bolzano e Napoli

Manodopera a basso costo e 80 milioni in fatture false: smantellato sistema di frode tra Bolzano e Napoli
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Manodopera a basso costo, contratti d’appalto simulati e un vorticoso giro di fatture false per oltre 80 milioni di euro: è il quadro emerso da un’inchiesta della Guardia di Finanza di Bolzano che ha portato, nei giorni scorsi, all’arresto di tre personedue imprenditori, uno altoatesino e uno campano, e un consulente fiscale della provincia di Napoli – e al sequestro preventivo di beni e somme di denaro per oltre 14 milioni di euro.

Manodopera a basso costo e 80 milioni in fatture false: smantellato sistema di frode tra Bolzano e Napoli

L’indagine, durata oltre due anni e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bolzano, ha permesso di smascherare un articolato sistema criminale operante in Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia, finalizzato a fornire manodopera a grandi aziende della distribuzione e della lavorazione delle carni, aggirando ogni obbligo contrattuale e previdenziale.

Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, i tre indagati avrebbero costruito un vero e proprio “castello societario” su più livelli: alla base, decine di ditte individuali intestate a soggetti nullatenenti – le cosiddette “teste di legno” – che fungevano da cartiere per emettere fatture false. Questi documenti venivano poi utilizzati da società cooperative, incaricate formalmente dell’assunzione dei lavoratori, per abbattere i costi fiscali e previdenziali.

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Le cooperative, alleggerite dai reali oneri contributivi, erano così in grado di offrire manodopera a prezzi concorrenziali, garantendo ai committenti – consapevoli della frode – un risparmio notevole su ferie, malattie, permessi e altri diritti contrattuali. L’intermediazione tra i gruppi del Sud e le aziende del Nord era affidata all’imprenditore altoatesino, che procurava le commesse e gestiva il flusso dei lavoratori.

Il risultato? Oltre 850 lavoratori somministrati illegalmente e un sistema di evasione e riciclaggio che ha generato profitti per più di 14 milioni di euro, in parte esportati all’estero attraverso una società fantasma.

Sulla base delle evidenze raccolte, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bolzano ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per i tre principali indagati, e a un sequestro preventivo pari al valore del profitto illecito.

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