E’ stata una settimana durissima per la città di Giugliano e per tutta l’area Nord.
Di notte non si è respirato con una puzza che ha invaso completamente le case rendendo ancora più amaro il rientro a casa e l’inizio di settembre.
E’ necessaria una premessa: non era la solita puzza di roghi ma un fetore lancinante che obbligava a tenere chiuse le porte e le finestre.
Un fetore al quale purtroppo sono abituati i cittadini di Ponte Riccio e quelli di Varcaturo.
Nella nostra zona Asi ci sono infatti diversi impianti che rendono l’aria puzzolente.
Però una cosa è sentire un olezzo per qualche ora la sera o al mattino. E già solo questo andrebbe evitato in tutti i modi. Altro è dover costringere duecentomila persone a barricarsi in casa tutta la notte.
La risposta della politica a questa situazione è stata come al solito fatta di accuse reciproche sterili e poco costruttive. Mentre restava un mistero la provenienza dei cattivi odori, i nostri politici si rimpallavano responsabilità.
Mi ha anche sorpreso a dire il vero il silenzio sul tema dei nostri parlamentari e un post del Sindaco in cui annunciava una interrogazione di un senatore conosciuto a Palermo durante una visita ufficiale.
Come al solito la risposta più sensata è arrivata dai cittadini che hanno presentato le loro rimostranze in forma scritta ai Carabinieri.
Al di là della puzza degli ultimi giorni è stata un’altra estate di roghi ed emergenza ambientale. Non si è potuto respirare per molte notti e il problema è sempre più grave.
Purtroppo però una situazione così allarmante viene gestita in modo superficiale dalle istituzioni. Non c’è un piano, non c’è una strategia, non c’è un progetto per affrontare il problema. Su questa pagina ho provato ad offrire delle idee per combattere questa guerra.
Sarebbe opportuno creare un tavolo permanente tra eletti nelle istituzioni, comitati e cittadini per trovare soluzioni e non puntare il dito contro questo o contro quello.
La politica giuglianese deve smetterla di guardare al passato, trovi un modo per farci far venire voglia di futuro perché il nostro tempo non può essere misurato in quando riusciamo a respirare e quando no.
Perché di questo parliamo. Di futuro e di respiro. Non penso che chiediamo molto.