Il dolore alla bocca dello stomaco durava da ore. Pensai al solito disturbo, causato da una fastidiosa ernia iatale che mi porto appresso da diversi anni. Nemmeno con la solita iniezione di Plasil, che faccio nelle situazioni critiche, il dolore e le continue eruttazioni svanivano. Così decido di farmi trasportare al Pronto soccorso più vicino casa mia, vale a dire quello dell’ospedale San Giuliano di Giugliano. Sapevo già che era un luogo da evitare, ma avevo bisogno di fare presto, poiché il malessere era sempre più forte. Appena varco la soglia ho la sensazione di trovarmi in uno degli ospedali da campo, di quelli montati per affrontare le emergenze nei luoghi di guerra. Mi è sembrato di entrare nell’inferno. Un caos indescrivibile: più di trenta persone in fila, ad aspettare il loro turno per essere ascoltati o medicati. Intanto, il mio dolore aumenta, così alzo la voce per farmi ascoltare. Ma è inutile: nessuno mi prende in considerazione. Dopo circa mezz’ora, finalmente, arriva il mio turno: spiego i sintomi al medico di guardia, il quale dice all’infermiere di farmi subito ingoiare una fiala di zantac (un gastroprotettore).  Aspetto una decina di minuti ma il dolore non passa. Allora chiedo al medico se è possibile sottopormi a un tracciato elettrocardiografico. Ma è come se avessi bestemmiato. Ricordo perfettamente la sua risposta, quelle parole che ancora oggi suonano nella mia mente: “Ma sta scherzando? Facciamo l’elettrocardiogramma per una banale gastralgia?”.

Mi rassegno e torno a casa, sperando che il disturbo si plachi. Niente da fare. Lo sconforto mi prende in pieno poiché la sintomatologia si aggrava: sudo freddo. Allora chiamo il mio medico curante, il quale mi dice di recarmi subito al Psaut di Marano e di farmi fare un elettrocardiogramma. In dieci minuti sono in via Falcone. Qui la sensazione è diversa rispetto all’inferno del Pronto soccorso di Giugliano. Il medico di turno, dottor Schiavone, mi mette subito a mio agio, mi tranquillizza e dice all’infermiere di sottopormi subito a un tracciato elettrico. Sono momenti di angoscia. Non appena l’ago dell’elettrocardiografo comincia a registrare, vedo il viso del dottore cambiare completamente colore. “Cosa è successo?” gli chiedo. “C’è un’inversione dell’onda T – risponde -, dobbiamo trasportarla urgentemente all’ospedale di Giugliano”. “A Giugliano, no –dico subito – per carità, non mi fate tornare in quell’inferno”. “Purtroppo siamo obbligati  a trasportarla all’ospedale di competenza che è quello di Giugliano”.

Ritorno, questa volta mi fanno il tracciato che risulta identico a quello fatto al Psaut. Così per mia fortuna decidono di ricoverarmi al reparto di Cardiologia, dove è tutt’altra musica, poiché funziona a meraviglia. Insomma, per non andare alle lunghe, la mia odissea termina al Monaldi, dove vengo sottoposto a un intervento chirurgico al cuore con l’applicazione di due by-pass.

Fin qui la mia disavventura, una complicata vicenda che potrebbe interessare poco, poiché simile a tanti altri casi. Ma ho voluto raccontarla per sottolineare che, nonostante la malasanità continua a essere diffusa nei nostri territori e, nel Sud, in particolare, esistono anche delle isole felici, dove il paziente può sentirsi a suo agio e ricevere il conforto e le cure che in quel momento gli occorrono, come, in particolare il Psaut di Marano che ora non esiste più. Lo hanno abolito, così come hanno eliminato tutte le altre tre postazioni Psaut (Ischia, Procida e Varcaturo) che abbracciavano un territorio vastissimo. Un posto di primo soccorso che si poneva come filtro con le strutture ospedaliere, in grado di effettuare un efficace controllo delle patologie acute cardiache, traumatologiche, allergiche, delle crisi ipoglicemiche. Li hanno chiusi perché bisognava risparmiare. Fanno bene a non mollare la presa tutti coloro che in questo periodo si stanno battendo per la riapertura dei PSAUT. Mi riferisco a Sel Campania (in particolare anche al gruppo di Marano, guidato dalla battagliera Stefania Fanelli) che  su questa vicenda ha presentato, attraverso il proprio capogruppo alla Camera, l’On Arturo Scotto, una interrogazione a risposta scritta. Hanno fatto benissimo i consiglieri di minoranza di Marano a presentare una mozione consiliare discussa e approvata all’unanimità che , però, non avuto ancora riscontro.

Nell’ultima assise cittadina, il consigliere Mauro Bertini ha chiesto al sindaco Angelo Liccardo  come mai non avesse ancora relazionato sulle attività intraprese per far ritornare Psaut e 118 a Marano, dopo la decisione deliberata all’unanimità in Consiglio comunale.

“Grazie al consigliere Bertini per avermelo ricordato  – ha detto Liccardo – Ho già fatto una richiesta alla direzione regionale per la Tutela della Salute, per chiedere una convocazione con i vertici sanitari; in questi giorni cercherò di incontrare gli altri sindaci del comprensorio per decidere le azioni unitarie da mettere in campo”.

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