Sette reti in nove presenze tra Serie A e Champions League, dal 2012 nel giro della Nazionale, già 49 reti in carriera ed oggi spegne appena 23 candeline. Stiamo parlando di Arkadiusz Milik, per tutti Arek. L’8 ottobre 2016 come giorno della discordia. Con la maglia della sua Nazionale si rompe totalmente il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro: una tragedia per tutti i tifosi azzurri. Una sciagura per Maurizio Sarri che a lui si era affidato come erede di Higuain. Lacrime per un ragazzo di appena 22 anni che stava facendo tremare tutte le difese avversarie che trovava sul suo cammino. “Se tutto va come deve andare, ci vorranno circa sei mesi”, dicevano medici ed esperti. Campionato finito o quasi dunque. Peccato.

Oggi 28 febbraio 2017, 145 giorni dopo quelle amare lacrime Arek può tornare in campo da titolare. L’avversario non è certo uno di quelli che non ti da stimoli. Questa sera infatti si giocherà Juventus-Napoli,  semifinale d’andata della Coppa Italia e, a quanto pare, il numero 99 azzurro ha buone possibilità di partire titolare. Mertens nella gara di campionato contro i bianconeri, da punta centrale, è apparso imbottigliato dalla strapotenza fisica dei centrali avversari. C’è bisogno di potenza e centimetri al centro dell’attacco. E l’attaccante polacco così come Pavoletti possono risultare più che utili alla causa.

Pavoletti o Milik?
L’ex Genoa è in pole per una maglia da titolare ma per adesso è apparso ancora un corpo estraneo rispetto agli oleati meccanismi tattici della squadra. Non ha una sopraffina tecnica che compenza con fisicità e potenza. Da quando è arrivato a gennaio ha avuto diverse occasioni per mostrare quanto vale ma non le ha mai sfruttate fino in fondo. L’attaccante polacco è decisamente più tecnico e veloce, ha un ottimo feeling con i compagni di squadra e rispetto a Pavoletti è più propenso allo spunto personale. Al massimo della condizione fisica giocherebbe senza ombra di dubbio lui. Quattro mesi lontano dal rettangolo verde però sono tanti e l’incognita maggiore resta la sua tenuta fisica. Oggi è il suo compleanno, chissà che a 145 giorni da quelle amare lacrime non si faccia un bel regalo con un goal allo Stadium.

L’ultima parola la avrà come sempre il buon Maurizio Sarri. Si affiderà alla rocciosità di Pavoletti, pronto a fare a sportellate con Bonucci e co., oppure regalerà a Milik la titolarità dopo 145 giorni?

 

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