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A tutti i costi il clan di Lauro voleva il suo bar. Lui, però, aveva provato a resistere: nel 2019 aveva consegnato ai suoi aguzzini 100mila euro in contanti per non essere più tormentato. Mai quei soldi non sono bastati e così un imprenditore di Arzano ha continuato a versare cospicue somme di denaro, tra cui 70mila euro in rate mensili da mille euro ciascuna, insieme ad alcune cambiali. Fino a quando non ha trovato il coraggio di denunciare tutto ai Carabinieri, dopo anni di pretese e minacce.

“Il tuo bar è nostro”: commerciante di Arzano costretto a pagare quasi 200mila euro

Grazie alla sua denuncia, i militari dell’Arma sono risaliti agli estorsori: tre persone sono finite in manette questa mattina. Lo stesso provvedimento ha riguardato altri due soggetti, attualmente detenuti per altra causa. 

Le indagini, condotte dalla Tenenza dei Carabinieri di Arzano nel mese di novembre 2023, hanno permesso di ricostruire un incubo durato circa cinque anni.

Le tangenti

L’imprenditore, dopo aver rifiutato di cedere ai Di Lauro la sua attività commerciale, era stato costretto dagli indagati a versare 70mila euro in rate da mille euro al mese, garantite da cambiali. Significa che ogni volta che una tangente veniva pagata, una cambiale veniva restituita come garanzia del pagamento avvenuto.

Dopo aver ceduto il suo primo bar nel luglio 2022, sperando di porre fine alle richieste estorsive, il commerciante ha aperto un nuovo locale a gennaio 2023. Neanche il tempo di inaugurarlo che si è ritrovato ancora una volta davanti i suoi estorsori che lo hanno minacciato di morte se si fosse rifiutato di pagare il pizzo al clan.

La conferma di un collaboratore di giustizia

In realtà, l’attività investigativa ha rivelato che quanto raccontato dall’uomo ai carabinieri fosse soltanto una parte della storia. Le richieste estorsive erano cominciate, infatti, nel 2018, quando il clan Di Lauro aveva preteso dei soldi dal titolare del bar in quanto si riteneva proprietario dell’attività.

Le indagini hanno così svelato che, già nel 2019, l’uomo aveva pagato al clan 100mila euro in contanti sperando così di interrompere le loro richieste di denaro. Questo dettaglio, assieme ad altre informazioni, è stato confermato dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Salvatore Roselli, e dalle indagini dei Carabinieri del ROS di Napoli.

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