francesco diurno

In Campania cresce la speranza di avere un farmaco in grado di attenuare la sintomatologia del Coronavirus. Dopo il Tocilizumab, a Pozzuoli è in fase di sperimentazione l’Eculizumab, finora impiegato in alcune patologie di interesse nefrologico.

“E’ un potente antinfiammatorio, che stiamo utilizzando con discreti risultati. Non voglio sbilanciarmi, perché abbiamo trattato solo 23 pazienti. Ci siamo fatti l’idea che questo farmaco non è risolutivo della patologia, tuttavia abbiamo dei risultati incoraggianti se utilizzati precocemente”. A dirlo è il primario della rianimazione dell’ospedale di Pozzuoli, Francesco Diurno, ospite del Tg Club Coronavirus.

Il farmaco si dimostra efficace quando si trovano allo stadio iniziale dell’insufficienza respiratoria. Esattamente “quando non hanno bisogno di supporto meccanico per l’intubazione. Su questi pazienti abbiamo verificato che i risultati sembrano essere molto promettenti”, spiega il primario in collegamento telefonico.

L’ospedale di Pozzuoli è, tra l’altro, il primo in Italia ad aver sperimentato il farmaco. “Questa terapia è stata ipotizzata da un centro di ricerca di Boston. In Europa la sta utilizzando l’ospedale di Parigi. In Italia, mi è giunta ora notizia, ha cominciato Bergamo, Alessandria, Reggio Calabria, e Salerno. Noi siamo stati i primi al mondo e abbiamo la casistica più ampia, perché abbiamo lavorato su tutti e quattro gli ospedale dell’Asl Napoli 2 Nord. E cioè: “Pozzuoli, Frattamaggiore, Giugliano e Ischia”, precisa Diurno.

La differenza con il Tocilizumab

Sebbene il nome del medicinale ricordi quello sperimentato dal professore Paolo Ascierto, vi è tuttavia una differenza non da poco.

“I farmaci sono degli analoghi. Entrambi hanno lo stesso obiettivo: ridurre gli effetti devastanti dell’infiammazione legata alla presenza del Coronavirus. Il farmaco da noi utilizzato – chiarisce Diurno – agisce un po’ più precocemente nella cascata pro infiammatoria, cioè inibisce un po’ prima rispetto al Tocilizumab gli effetti dell’infiammazione. Quindi abbiamo ipotizzato che potesse essere più efficace, ma questo è tutto da verificare”.

Per chi combatte in prima linea contro la Covid-19 non è sempre facile vedere pazienti non farcela. “Abbiamo visto morire i primi pazienti. Ci siamo sentiti impotenti, quindi ci siamo attivati per fare qualcosa di diverso”, racconta il dottore. Ma, nonostante il dolore, c’è sempre una luce in fondo al tunnel. “Il momento più bello è quando abbiamo dimesso pazienti completamente guariti”.

Ascierto a Tele Club Italia: “Risultati della cura Tocilizumab a fine aprile”

 

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