politica giugliano

Un anno senza politica. Un anno per essere gentili. Perché sono passati ben 455 giorni a Giugliano dalle ultime elezioni e di politica neppure l’ombra.

Non un’iniziativa, non una discussione, non una proposta. In questa città il dibattito politico, sociale, culturale è ormai sopito e quando si risveglia è solo per quell’estenuante diatriba tra i due eterni avversari. Solo per rinfacciarsi qualcosa del passato e lanciarsi qualche bordata sul presente.

Abbiamo assistito in campagna elettorale a iniziative, incontri, arrivi di ministri e sottosegretari. Una pletora di candidati che volevano il bene e fare bene per la città. Tutto e tutti spariti il 5 ottobre.

Ma magari, direte, non sarà stato così anche per i partiti. E invece, peggio che andar di notte. Il Pd, partito del sindaco, primo partito della città, che esprime presidente del consiglio, vicesindaco e 6 consiglieri comunali, è praticamente fantasma. Però dopo oltre un anno sono usciti dalla tana con un manifesto. Ebbene sì. Una gioia per chi è appassionato di politica vedere affiggere un manifesto POLITICO. Peccato che dopo un anno hanno pensato di uscire in città per comunicare che era aperto il tesseramento. Sì, avete capito bene: il tesseramento. Il primo manifesto del Partito democratico a un anno di governo della città è per la solita conta delle correnti al loro interno, chi pesa più e chi pesa meno.

Non va meglio nel centrodestra. Qui non sanno cosa vogliono fare da grandi. Continuano a vivere in una posizione ambigua che non fa bene a mio parere al centrodestra nè alla città. I consiglieri sono in un limbo in cui non sanno ancora se prestare il fianco al sindaco o fare opposizione, e questo non consente di fare politica.

Il fu Movimento 5 stelle è dilaniato al suo interno e banchetti, democrazia diretta e sacro blog sono un lontano ricordo (anche se, in verità, questi principi qui si sono fermati alle Colonne di Giugliano).

Italia Viva e Poziello sindaco vivono ancora nell’ombra dell’ex sindaco che sembra aver mollato la presa ma di tanto in tanto ritorna sulla scena con commenti al vetriolo. Le due liste che in campagna elettorale hanno fatto a gara con gli avversari ad accaparrarsi candidati e portare esponenti della politica nazionale qui, oggi sono dissolte e quel progetto è rimasto nelle mani di 3 persone che più che urlare in qualche post non fanno.

Non c’è una discussione sul Puc nè sul nuovo ospedale men che meno sul PNRR o su qualsiasi altra cosa vogliate voi. Nè politica nè amministrativa. E non c’entra il Covid e soprattutto non confondiamo gli annunci con la Politica. La responsabilità è sì della politica in primis ma anche del mondo dell’associazionismo che si è ugualmente dissolto.

Tutto si è limitato in questi 455 giorni a sproloqui su Facebook, autoproclamazioni di superiorità morale ed etica. Ma mi chiedo: come può crescere una città, come può migliorarsi se non c’è dibattito, se non c’è condivisione, se non c’è una discussione viva e franca? La cittadinanza non è coinvolta nelle scelte né tantomeno nei processi che le partoriscono. Una politica piatta. Una città piatta. Un consiglio comunale che continua ad essere solo l’arena per lo scontro tra 4/5 consiglieri. Il resto? Non pervenuto.

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