Giugliano, investe e uccide 26enne: gli errori che hanno incastrato Renzo Griffo

Giugliano. Ha raccontato al giudice di esser tornato indietro venti minuti dopo l’incidente, fino ad allora era in stato di shock. E’ la versione di Renzo Griffo, meccanico di 24 anni, incensurato di Villa Literno, nonché colui che ha investito, lo scorso 24 settembre, i tre albanesi che in bici stavano andando a lavorare nei campi.

Il racconto di Griffo, tuttavia, non ha convinto gli inquirenti. In base agli accertamenti investigativi – come riporta Edizionecaserta.it –  è emerso che il giovane ha svolto alcune attività come quella di cambiare la gomma sgonfia, di avvisare la propria azienda sull’impossibilità di recarsi al lavoro e di telefonare al proprio medico per la relativa certificazione.

Infine, si è recato dal carrozziere per la riparazione del parabrezza. In quel drammatico incidente uno dei tre ciclisti, Deda Bexhet, 26 anni, è morto a causa delle gravi ferite riportate. Gli altri due, ricoverati in ospedale il 26enne, hanno riportato lesioni e contusioni di vario tipo. Intanto l’Osservatorio ha avanzato la richiesta del prelievo coattivo del sangue: “Come Osservatorio nazionale per la tutela delle vittime di omicidio stradale (Onvos) stiamo portando avanti la proposta di riforma di legge, affinché si preveda secondo il nostro codice di procedura penale il prelievo coattivo del sangue, per accertare lo stato di alterazione – ha spiegato Piergiorgio Assumma, avvocato penalista e presidente dell’Onvos. – “Ciò rappresenta una garanzia di repressione di questo fenomeno, che costituisce buona percentuale degli omicidi stradali”.

“Bisognerà stabilire, poi, dai rilievi sul posto se è possibile contestare anche una delle aggravanti, inerenti a esempio il superamento di determinati coefficienti di velocità su circuito urbano/extraurbano oppure per sorpasso o passaggio con semaforo disposto a rosso”, prosegue il legale.

“L’applicazione delle misure cautelari dimostra che il quadro indiziario contro il ragazzo è di rilevante entità – aggiunge l’avvocato – sicuramente basato, vista la condotta postuma dell’uomo, sul pericolo di fuga o di inquinamento delle prove. In aggiunta, visto che il conducente si era dato alla fuga e non ha prestato i necessari soccorsi, è previsto un ulteriore aumento di pena da 1/3 a 2/3. Sarà anche contestata l’autonoma fattispecie di omissione di soccorso, prevista dal Codice della Strada”, conclude Piergiorgio Assumma.

 

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