Si è svolta ieri nell’area nord di Napoli la manifestazione organizzata da associazioni e comitati ambientalisti per denunciare, ancora una volta, i roghi tossici e i miasmi che da mesi affliggono i residenti della zona.

Giugliano, il grido di dolore dei 5mila in corteo: “Vogliamo vivere”

I quattro cortei, partiti rispettivamente dal centro di Giugliano, dalla località Ponte Riccio, da Qualiano e da Parete, hanno raccolto tra le loro fila i cittadini di tutti i paesi limitrofi per poi unirsi e dirigersi al Mercato Ortofrutticolo di via S. Maria a Cubito.

Dopo la lettera aperta alle Istituzioni, le email ai media nazionali e la denuncia alla Procura della Repubblica per disastro ambientale, la mobilitazione di ieri è solo l’ennesimo, ma non ultimo, tentativo di riaccendere i riflettori sulla triste vicenda della Terra dei Fuochi.

Intento dei manifestanti era anche mostrare il proprio dissenso rispetto al preannunciato arrivo, da ottobre, di ben 150 tonnellate giornaliere di rifiuti dalla capitale, e rispetto alla decisione della Regione Campania di costruire un nuovo impianto rifiuti nella Centrale Turbogas dell’ENEL di Giugliano.

«Crediamo che sia necessario portare in piazza la sofferenza del popolo e dimostrare che questo territorio non intende rassegnarsi al destino cui è stato condannato. Scendiamo in piazza per reclamare un diritto essenziale: quello a respirare aria pulita» hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione, mentre a soli pochi km dal corteo, tra i cori e gli striscioni, l’ennesima colonna di fumo si alzava nel cielo.

Alla manifestazione è poi seguita un’assemblea per raccogliere le istanze dei cittadini e discutere dell’auspicata “ristrutturazione ecologica” dell’area tra Napoli nord e Caserta.

Tra le proposte avanzate, anche alla luce degli studi dell’ISS che hanno recentemente accertato la correlazione tra smaltimento illegale dei rifiuti e incidenza di tumori, ci sono il censimento e la rimozione delle discariche abusive e la bonifica del territorio.
Presenti alla marcia anche i sindaci dei comuni della zona che, appena qualche giorno fa, hanno simbolicamente consegnato le proprie fasce tricolori per schierarsi dalla parte dei cittadini e reclamare l’intervento degli organi a loro sovraordinati.

A cura di Emilia Morra

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