Una sommossa è stata inscenata da un gruppo di detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, dopo che è emersa la positività al Covid-19 di un tampone somministrato ad una persona reclusa.

Focolaio nel carcere di Santa Maria, scoppia la rivolta: due agenti feriti

Due agenti penitenziari sono purtroppo rimasti feriti. Ma non sarebbero in gravi condizioni. Da giorni nella casa circondariale si respira aria di tensione tra i detenuti a causa di un focolaio di Coronavirus scoppiato recentemente. Al momento sono 61 le persone recluse risultate positive al Covid-19.

Fattorello: “Un tampone positivo è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso”

A denunciare l’episodio di violenza è Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). “Nella serata di ieri dobbiamo registrare un evento critico violento verificatosi nel reparto Tevere. Il tampone positivo ad un detenuto in partenza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I detenuti, stranieri, del terzo piano hanno inscenato una sommossa, devastando la corsia della sezione detentiva e aggredendo con violenza due agenti”, spiega Fattorello.

Poi aggiunge: “Il comandante del reparto è stato costretto a ritirare il personale dalla sezione e chiudere il cancello di sbarramento per garantire la sicurezza dell’intera struttura e l’incolumità del poco personale in servizio che comunque ancora una volta ha saputo gestire egregiamente e con elevata professionalità l’evento”.

“I colleghi feriti hanno dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale civile – prosegue Fattorello – a loro va la solidarietà del Sappe Campania, con l’augurio di un presto rientro in servizio”.

Capece: “Sindacato ha sempre denunciato gravi violenze nelle carceri”

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece ricorda che da mesi il sindacato “denuncia le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri da parte del Ministero della Giustizia a tutela degli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo, contesto del ruolo dei Baschi Azzurri”.

E per quanto concerne i provvedimenti necessari a fronteggiare la pandemia tra le sbarre afferma: “Oggi nelle carceri italiane abbiamo 16 unità fra la polizia penitenziaria e 14 fra il personale amministrativo e dirigenziale dell’amministrazione come personale assente ingiustificato. I dati dell’ultimo monitoraggio effettuato dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria registrano 196 detenuti positivi (34 in più rispetto alla scorsa settimana), a fronte di una popolazione reclusa di 54.111 effettivamente presenti negli istituti. Soltanto due risultano essere sintomatici, mentre un terzo è ricoverato in una struttura ospedaliera. Numeri al rialzo anche fra gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria, che contano 217 positivi (46 in più rispetto a sette giorni fa), pressoché tutti a casa e nessuno in ospedale. Sono invece 20 fra il personale amministrativo e dirigenziale dell’Amministrazione, con un solo ricoverato”, fa sapere Capece.

“Anche coloro che ancora non sono vaccinati si stanno organizzando per essere in regola, ma io credo che vadano invece riviste le disposizioni emanate dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che consentono a familiari dei detenuti, avvocati, magistrati e periti di accedere alle carceri senza il Green Pass, lasciandone l’obbligo solamente al personale di polizia penitenziaria: non credo che il terribile virus distingua tra divisa ed abiti civili”, conclude il segretario generale del Sappe.

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