Se durante il lockdown la natura si era “ripresa” i suoi spazi, con la Fase 2 si torna alla normalità, inquinamento compreso. L’immagine dell’enorme chiazza nera che si diffonde a macchia d’olio lungo le acque della foce dell’Agnena, tra Castel Volturno e Mondragone, ha generazione l’indignazione di tutti, tanto da far attivare immediatamente i controlli.

Foce Agnena, la procura avvia le indagini

Dopo le denunce, sono state avviate le indagini dalle forze dell’ordine e dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. E nella tarda serata di ieri sono intervenuti gli uomini dell’Arpac per prelevare dei campioni d’acqua per le analisi.

“Nel giro di pochi giorni dovremmo conoscere i risultati delle analisi – spiega il sindaco di Castel Volturno, Luigi Petrella. – “Sono trascorsi solo tre giorni dalle restrizioni a causa del Covid-19, dalla riapertura di alcune attività aziendali e sul litorale Domitio sta succedendo l’inverosimile quello che mai avremmo voluto rivedere. Nella cosiddetta fase 2 sono ricominciate le operazioni di criminali incalliti che hanno contribuito nel tempo alla devastazione dell’ambiente”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Salvatore Trinchillo, vicepresidente nazionale SIB (il sindacato degli operatori beneari) Confcommercio, attraverso un post su Facebook. “Al via le indagini dopo il disastro sul litorale Domizio, prelevati campioni di acqua per analizzarli. Denunce fatte!”, ha scritto sul social network.

Anche ieri Trinchillo aveva commentato il disastro ambientale invitando a intervenire e a denunciare: “Ieri, insieme a Marcello Giocondo (Presidente Sib Campania) abbiamo protocollato una nota indirizzata al Presidente De Luca con la quale abbiamo segnalato, ancora una volta, una serie di criticità della costa Campana inerenti scarichi abusivi frequenti”, aveva scritto su Facebook. Tra le segnalazioni fatte  – prosegue – era presente anche il tratto Agnena che in questo momento impazza sui social con la foto della macchia nera. Siamo stati premonitori? No. Semplicemente abbiamo segnalato cosa succede ogni anno lì e non solo”, sottolinea Trinchillo.

L’intervento del WWF

Intanto il WWF si dice pronto a scendere in campo con le proprie guardie volontarie. “Abbiamo seguito a distanza (perché siamo ancora costretti a stare a casa per il rispetto del lockdown) le operazioni della Guardia Costiera e dei tecnici dell’ARPAC che si sono recati alla foce dell’Agnena. Il WWF è pronto a scendere in campo sia con le proprie guardie volontarie, appena riceviamo le dovute autorizzazioni dalle Autorità, sia nella costituzione di parte civile nei processi contro i criminali che hanno prodotto questi disastri ambientali in così poco tempo”, sottolinea Alessandro Gatto, coordinatore regionale della vigilanza ambientale volontaria del WWF Italia per la Campania.

“C’è da evidenziare che sicuramente si tratta, in tutti i casi di inquinamento del Sarno, dei Regi Lagni e dell’Agnena, di attività di aziende che non rispettano la legge, sia per la quantità di liquami, sia per la rapidità di sversamento degli stessi. Quindi siamo di fronte a reati ambientali molto gravi. Purtroppo è successo proprio quello che temevamo: il ritorno alla ‘normalità’ avrebbe avuto conseguenze disastrose per l’ambiente”, aggiunge Gatto.

 

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