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Maggioranza spaccata sull’aumento delle spese militari. Mentre Giuseppe Conte minaccia di far saltare il Governo se passa in CdM la proposta di alzare la spesa per gli armamenti al 2 % del Pil, fa discutere la proposta dell’ex Ministro di Silvio Berlusconi, Ignazio La Russa, che vuole dirottare le risorse destinate al Reddito di Cittadinanza agli investimenti per la difesa.

Spese militari, La Russa: “Usare quota del Reddito di Cittadinanza”

E’ in Senato che è saltata fuori la proposta. A Palazzo Madama, Fratelli d’Italia presenta l’ordine del giorno per aumentare le spese militari con l’obiettivo di far emergere le frizioni interne alla maggioranza. “Per capire se il voto analogo della Camera è morto lì o è ancora un impegno”, spiega Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa, al Corriere della Sera. “Crediamo che rispondere a impegni presi molto tempo fa con la Nato significa avere voce in capitolo nelle decisioni. Cioè più libertà e indipendenza”.

Il senatore di Fratelli d’Italia dice di essere ben consapevole della crisi economica e della difficoltà di effettuare un ennesimo scostamento di bilancio. Per questo lancia l’idea di “usare una quota del reddito di cittadinanza” per finanziare l’aumento di spesa. “Noi chiediamo una norma che aiuti chi veramente ha bisogno – specifica -. Questa ha sostenuto anche delinquenti e mafiosi. E le spese di Difesa non sono inutili, sono una necessità“.

Solo polemiche o realtà?

La proposta di La Russa ha fatto saltare dalla sedia molti parlamentari del M5S, pronti a un’alzata di scudi contro chiunque intenda limitare o abrogare la misura del reddito di cittadinanza. Gli attacchi al RdC non sono mancati in questi anni, soprattutto da parte di chi lo considera uno strumento inefficace a combattere la disoccupazione. Il costo alle casse dello Stato tra l’altro è elevato. Basti pensare che nella prima metà del 2019 – periodo in cui è entrato in vigore il RdC – fino alla fine del 2021, la spesa nazionale destinata al Reddito ammonta a 19,6 miliardi di euro: nel dettaglio 3,8 nel 2019, 7,2 nel 2020 e 8,6 miliardi per l’anno in corso. Per il 2022 è prevista una spesa di 7,7 miliardi.

Sulla questione pesa un altro dettaglio: Il 20 % dei beneficiari del sussidio risiedono nelle province di Napoli e Caserta. Una circostanza che rende la misura invisa soprattutto ai parlamentari e ai governatori del Nord Italia. La proposta di La Russa per ora è stata lanciata. Adesso spetterà al Governo decidere se accoglierla come una provocazione o valutare davvero la revisione della misura del Reddito per spostare le risorse su altri capitoli di spesa.

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