shangai lockdown covid

E’ un nuovo rigidissimo lockdown quello che sta vivendo Shangai, il centro commerciale più importante della Cina. Dal 28 marzo la città è blindata. Urla di disperazione dalle finestre dei grattacieli, gente senza scorte di cibo, animali domestici soppressi. Pechino continua ad usare il pugno duro per frenare l’ondata della variante Omicron che ha portato contagi record: 26mila nuovi casi in un solo giorno.

Shangai in lockdown: casi di suicidio

Già messa a dura prova dalle restrizioni di due anni fa, la Cina non ha superato l’emergenza Covid. Il sinovac si è rivelato inefficace su larga scala e non ha protetto molte fasce della popolazione dagli effetti delle varianti del virus. I video pubblicati in rete testimoniano uno scenario agghiacciante e si registrano casi di suicidio. L’isolamento forzato di decine di migliaia di persone ha reso difficile anche procurarsi del cibo.

La politica di “tolleranza zero” adottata da Governo centrale ha riportato la città di Shangai indietro di due anni: le strade sono deserte e la logistica è in ginocchio. Con i container carichi di merci ammassati al porto, il 90 % dei camion è fuori servizio e non si può entrare e uscire dal centro abitato salvo il possesso di un permesso speciale. Con circa 20mila casi al giorno nell’intera area metropolitana, quasi l’intera città è isolata dal resto del Paese. Tantissimi residenti non riescono a procurarsi alimenti per la difficoltà dei servizi di delivery di soddisfare tutte le richieste. Per i positivi, compresi gli asintomatici, è previsto lo spostamento forzato nei centri di quarantena.

Proteste

L’esasperazione ha portato molti residenti a scendere in strada e a protestare, sfidando la risposta della polizia locale. Si registrano disordini in diversi punti della città e alcuni negozi alimentari vengono saccheggiati. Le rigide restrizioni imposte da Pechino hanno separato persino le famiglie, con bambini e neonati strappati alle braccia dei genitori. Molti abitanti di Shanghai hanno pubblicato persino video di droni e “cani robot” che spiegano alle persone come comportarsi per rispettare il lockdown e non sgarrare. Tantissime case sono state sigillate con i lucchetti per impedire agli occupanti di uscire.

Tamponi a cani e gatti

A fare le spese della politica “zero Covid” della Cina ci sarebbero anche gli animali domestici. Cani e gatti vengono sottoposti a tampone. Un video circolato sui social negli ultimi giorni documenta l’uccisione di un cane di proprietà di un positivo da parte di un operatore sanitario. Il filmato incriminato mostra un addetto alla prevenzione del Covid – vestito dalla testa ai piedi con indumenti protettivi – che insegue il Corgi, un cane di piccola taglia, e lo colpisce tre volte con una pala fino a ucciderlo. Poi raccoglie il cadavere in una busta gialla. Dalle informazioni raccolte in rete, il padrone del cagnolino, risultato infetto, è stato trasferito in un centro di quarantena senza avere la possibilità di sistemare il Corgi, lasciandolo così libero in strada. Non è chiaro se gli animali domestici vengano repressi o se quello immortalato dal video sia stato solo un caso.

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