
Mancata approvazione del Piano sociale di zona, la Regione rompe gli indugi e opta per il commissariamento dell’ambito N16. Una decisione che era da tempo nell’aria, temuta dai cittadini e dalle cooperative che erogano i servizi alle fasce più disagiate della popolazione: anziani, disabili e madri nubili. Il tentativo operato in extremis dal Comune di Mugnano e da altri enti – che qualche settimana fa avevano sottoscritto una bozza di convenzione tesa a rideterminare i carichi di lavoro e le modalità di gestione dell’ambito – non ha sortito gli effetti sperati: sia per il veto opposto dai funzionari del Comune di Mugnano (l’accordo, secondo il dirigente del Quinto settore, presentava alcuni vizi di legittimità), sia per le difficoltà riscontrate nell’individuare un nuovo ente capofila, quello che avrebbe dovuto sostituire Mugnano. Lungaggini, divisioni interne, forse scarsa volontà politica che hanno spianato la strada alla delibera di commissariamento.
Il caso Calvizzano. In attesa della nomina del commissario ad acta, resta ora da sciogliere il nodo legato ai servizi che saranno erogati ai cittadini. Mugnano e Villaricca garantiranno ugualmente i servizi assistenziali minimi, provvedendo all’assistenza domiciliare degli anziani non autosufficienti e dei disabili. Qualche dubbio invece per Calvizzano, dove il sindaco Giuseppe Salatiello – stante la mancata approvazione del Piano – ha comunicato ai responsabili delle cooperative sociali che le procedure di “accreditamento destinate ai servizi Adi e Sad sono terminate lo scorso 31 dicembre e che pertanto, a partire dallo scorso 2 gennaio, nulla è più riconosciuto”.
Botta e risposta opposizione e Porcelli. Ma la polemica, di giorno in giorno, si fa sempre più aspra a Mugnano, dove le forze all’opposizione (Pd, Pdl e indipendenti) e il Movimento Cinque Stelle accusano senza mezzi termini l’amministrazione Porcelli. Parlano di “fallimento politico di enormi dimensioni” i consiglieri Sarnataro, Romualdo, Mauriello, Massarelli e Cardone. E qualcuno non esclude la presentazione di una mozione di sfiducia contro il primo cittadino, che intanto prova a rispedire al mittente ogni addebito. “E’ il momento della verità – argomenta Porcelli – Anche se avevamo delle forti perplessità legate al nostro ruolo di ente capofila, abbiamo fatto tutti gli sforzi per non perdere i fondi Pac e per scongiurare il commissariamento. Vista la situazione di stallo, è giusto che un ente terzo si occupi della vicenda e faccia chiarezza. Ai cittadini va spiegato se avevamo ragione noi o quei soggetti che, a nostro avviso, hanno posto veti ingiustificati”.