Sei appartamenti acquisiti al patrimonio comunale, tutti ubicati in via Antica consolare campana, destinati all’uso sociale e mai utilizzati. Ne avevamo parlato qualche settimana fa dalle pagine del nostro portale e se ne è discusso ieri, con un ordine del giorno aggiunto in extremis, anche in Consiglio comunale. Al termine di un lungo dibattito, incalzata da tutte le forze all’opposizione (Idv, Pd, L’Altra Marano e gli indipendenti Passariello, Abbatiello e Migliaccio), la maggioranza a sostegno del sindaco Liccardo ha deciso di ritirare la delibera che impegnava i dirigenti comunali a varare un bando di gara per la futura assegnazione e a vagliare la manifestazione di interesse, per quegli specifici immobili, formulata da un’associazione che si occupa di bambini autistici. Una richiesta ritenuta, per la modalità, alquanto singolare e propedeutica – secondo l’opposizione tutta – “all’affidamento dei beni bypassando un regolare bando ad evidenza pubblica”.

 

Le critiche della minoranza. “Prima di affidare quei beni – hanno tuonato all’unisono i consiglieri Palladino, Coppola, Passariello, Paragliola, Sorrentino e Recupido – occorre dare il la a un mappatura del disagio sul territorio, effettuare una ricognizione dei beni acquisiti al patrimonio comunale e varare un apposito regolamento in vista delle future assegnazione. Senza questo iter, fermo restando la nostra sensibilità verso i problemi della disabilità, ogni altro atto o provvedimento sembrerebbe cucito addosso ad alcuni soggetti”. Qualche perplessità è stata manifestata anche dal consigliere di maggioranza Giorgio Sansone.

 

La posizione dell’amministrazione. Lo stesso sindaco, in avvio di discussione, temendo forse una vibrata protesta della minoranza, ha in qualche modo messo le mani avanti, affermando testualmente: “Stasera non dobbiamo assegnare alcun bene, ma è importante avviare una discussione per capire quale iter seguire. Ognuno faccia la propria proposta, dia i propri suggerimenti”. Si tratta di case abusive, acquisite al patrimonio comunale nell’autunno del 2008, che furono presidiate per molte settimane dai vigili urbani. Anche nel recente passato si era pensato di affidarle ad alcune associazioni che si occupano di disagio minorile o di adibirle a casa famiglia. Poi l’iter si è improvvisamente arenato. Gli immobili in questione potrebbero far comodo a tanti: alle associazioni di volontariato che operano sul territorio e non, ma – se la legge lo consentisse – anche ai tanti sfrattati, indigenti che da tempo ormai, con cadenza pressoché quotidiana, affollano le stanze dei servizi sociali del Comune. Persone, famiglie drammaticamente piegate dalla crisi, che avrebbero diritto ad alloggi popolari, talvolta (a Marano come in altre realtà) occupati in maniera del tutto impropria.

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