Un vizio di forma ha permesso al boss degli Scissionisti, Raffaele Amato, di vedersi revocare il mandato di arresto europeo spiccato dalle autorità italiane. Il capoclan degli Amato-Pagano di Melito resta in carcere a Sassari per spaccio di droga, ma il processo più importante che lo vede imputato per il duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno, subisce una battuta d’arresto.

A imprimere uno stop un vizio nella procedura internazionale di estrazione che avrebbe finito per inficiare il diritto alla difesa del boss. Arrestato a Barcellona, nel 2005, fu estradato dopo qualche anno, ma il relativo procedimento formale ha registrato degli intoppi per motivi di carattere formale. Spetterà adesso al pm Vincenzo Marra, titolare delle indagini, intervenire sul caso.

Amato è accusato dalla Procura partenopea dei due omicidi che hanno dato il “la” alla faida di Scampia e alla frantumazione della camorra secondiglianese. Un gesto plateale che colpiva Montanino, amico di infanzia di Cosimo Di Lauro, figlio di Paolo detto “Ciruzzo ‘o Milionario”, responsabile, secondo l’ala ribelle del clan di Secondigliano, di portare avanti un processo di svecchiamento all’interno della cosca che penalizzava i capi storici.

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