Castellammare. Torna in carcere Vincenzo D’Apice, 58enne, ritenuto elemento di spicco del clan “Cesarano”, egemone nel panorama criminale di Castellammare e Pompei.

Camorra, torna in carcere Vincenzo D’Apice

Stamattina i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia hanno arrestato D’Apice in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura generale della Corte di Appello di Napoli.

Il provvedimento emesso dall’autorità giudiziaria ha revocato la detenzione domiciliare alla quale l’uomo era sottoposto per motivi sanitari. L’arrestato è stato condotto al carcere di Secondigliano.

Il clan Cesarano

Il clan dei Cesarano risulta particolarmente operativo a Ponte Persica e Pompei, dove svolge attività delinquenziali quali il racket delle estorsioni, l’usura e lo spaccio di sostanze stupefacenti.

La cosca criminale, come è emerso dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, controllava soprattutto il racket dei fiori tra Castellammare e Pompei.

Oltre al racket, dalle indagini è emerso che gli indagati avevano fondato una azienda di intermediazione trasporti, la “Engy Service s.r.l.”, allo scopo di assumere il monopolio delle spedizioni di fiori, bulbi e vasellame, provenienti prevalentemente dai Paesi Bassi. Grazie alle indagini, si è inoltre evinto che il clan aveva stretto alleanze con i clan Mallardo di Giugliano e Pecoraro-Renna di Battipaglia.

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