Camorra, sangue e potere. Soldi, morti e tanto altro. L’ultimo pentimento in terra casalese ha un nome e un cognome: Walter Schiavone. Il secondogenito dello storico boss Francesco SchiavoneSandokan“. Una scelta che conferma un dato schiacciante: il declino totale del clan dei Casalesi.

Verso la scomparsa clan dei Casalesi

Nel codice nero del “sistema” i figli dei boss sono degni eredi dei padri. Perché le usanze criminali. I linguaggi criptati. I segreti. L’intero sistema criminale si tramanda. Affinché non si disperda nelle ceneri del tempo. Il pentimento di Schiavone apre una riflessione grande quanto un’autostrada. Innanzitutto non è l’unico pentimento. Il fratello maggiore, Nicola Schiavone, si è pentito nel 2018. Altro grande squarcio nel panorama camorristico casalese. Volendo tornare indietro nel tempo, un altro pentimento “eccellente” fu quello che riguardò Antonio Iovine detto “o ninno”, altro storico capo dei Casalesi originario di San Cipriano d’Aversa.

Dai pentimenti agli arresti eccellenti. Oltre quello di Iovine va ricordato l’arresto coordinato da Catello Maresca di Michele Zagaria detto “capastorta”. Il vecchio capoclan si nascondeva a Casapesenna, suo paese natale nonché piccolo comune incatenato nel “triangolo casalese” (Casal di Principe-San Cipriano d’Aversa-Casapesenna). Ancora a ritroso nel tempo ricordiamo il famoso arresto del capo dell’ala stragista Giuseppe Setola. Che provò a fuggire alla cattura fra le province di Caserta e Frosinone nel lontano 2009. Il concetto è chiarissimo. Solitamente i pentimenti nascono da alcune esigenze. Soprattutto finanziarie. E dinanzi a criminali di alto spessore, conti correnti bloccati, beni o società sequestrati, rappresentano colpi micidiali all’economia delle famiglie criminali che sostengono parenti e detenuti.

Qual è il futuro della camorra casertana?

Ora la domanda sorge spontanea: se il clan dei Casalesi è sostanzialmente scomparso, chi prenderà il suo posto? Chi colmerà il vuoto criminale in terra di camorra? Al momento è difficile capirlo pure perché il clan dei Casalesi è stato una delle organizzazioni criminali più potenti della storia. Altri clan orbitanti nell’hinterland casertano, su tutti il clan Belforte di Marcianise, restano alla finestra. Il clan dei “Mazzacane” opera sulla fascia di territorio a ridosso di Caserta. Stando agli ultimi rapporti della Direzione Investigativa Antimafia, i “Mazzacane”, ex cutoliani, restano una cosca camorristica di grande spessore criminale. Quantomeno nel territorio di competenza. L’obiettivo è allargare il raggio d’azione attraverso il business del caffè e delle slot machine. In altre parole interessi che possano lanciare i Belforte nell’elité camorristica campana. Pure perché al momento, di grandi eredi dell’esperienza casalese, nemmeno l’ombra.

 

di Sossio Barra 

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